venerdì 29 marzo 2024

Insalata con cuori di palma o palmito


Palmito e vi porto in Guyana, già perchè i cuori di palma (in spagnolo "palmitos") che sono la parte più tenera (i germogli) di alcuni tipi di palme, crescono in zone paludose del Centro e Sud America. 

Le specie di palme dalle quali si estraggono i palmitos possono essere il Cocos Nucifera, la Euterpe Eduli, la Euterpe Oleracea (oltre ad altre), tutte piante che hanno il loro habitat naturale nella Foresta Amazzonica e che prediligono il clima tropicale umido.

Il Brasile è di certo il paese che comprende la maggior estensione di Foresta Amazzonica, ma non bisogna dimenticare che essa si protrae anche in altri paesi quali il Perù, la Bolivia, l'Ecuador, la Colombia, il Venezuela, la Guyana, la Guyana Francese e il Suriname, tutti paesi dove si producono e consumano i cuori di palma.

Le proprietà di queste palme e il loro impiego alimentare è conosciuto da secoli dai popoli indigeni dell'Amazzonia (che consumano anche i frutti e i semi di queste piante, oltre ai germogli),  infatti rafforzano il sistema immunitario, aiutano a cicatrizzazione delle ferite, favoriscono e migliorano la digestione, contrastano l'anemia... un vero toccasana per la salute!


Ingredienti


lattughino

pomodori

mais dolce

cuori di palma

1 cipollotto

1/2 mango

sale 

olio evo

Dopo aver lavato il lattughino e asciugato con centrifuga metterlo in una insalatiera, unire i pomodori lavati e affettati, il mais dolce, i cuori di palma a pezzetti e qualche tocchetto di mango.

Condire con olio evo e sale.

Con questa ricetta partecipo ad ABC - Un mondo di ingredienti

lunedì 25 marzo 2024

Minestra di fave


" Cuciniamo a colori:  evviva la primavera!"  

La primavera finalmente è arrivata, e la natura risulta più colorata e vivace, il verde è il colore per eccellenza e quindi perché non scegliere un ingredienti con questo colore?

Ho pensato alle fave, che sono il primo raccolto del mio piccolo orto, quest'anno ancora non sono pronte ma dall'ortolano si trovano eccome!

Ho preparato una minestra, una pietanza di origine povera, appartenente soprattutto alla tradizione culinaria del Sud Italia. Una ricetta dai sapori semplici e rustici, preparata con pochi ingredienti, anche molto economici: fave fresche,  cipollotti e olio extravergine di oliva. Servita ben calda e accompagnata da scaglie di parmigiano, rappresenta un primo piatto equilibrato e completo, perfetto per tutta la famiglia.

Ho aggiunto anche un poco di pesto di basilico che aromatizzare la minestra e utilizzata come pasta la gramigna, un formato poco usato ma che mi piace parecchio, in ogni caso si può usare qualsiasi formato di pasta corta, a piacere, oppure anche pane tostato, per chi lo desidera.

Per evitare che le fave anneriscano in cottura e per evitare la pellicina che può essere indigesta, prima di aggiungerle al soffritto, è opportuno sbianchirle per pochissimi istanti in acqua bollente,  poi raffreddarle in acqua e ghiaccio per bloccarne la cottura: in questo modo le fave manterranno un bel colore verde brillante e la pellicina si toglierà a meraviglia.



Ingredienti per 4 persone

250g di pasta corta (io gramigna)

3 cipollotti 

300g di fave sgusciate

2 cucchiaini di pesto di basilico

scaglie di Parmigiano Reggiano

olio evo

prezzemolo

sale e pepe


Dopo aver sgranato le fave, scottarle in acqua bollente per 2-3 minuti. Scolarle e passarle sotto acqua fredda, e poi togliere la pellicina.

Versare 2 cucchiai di olio in una pentola, quindi aggiungere i cipollotti tritati, rosolare a fiamma bassa.

Aggiungere le fave pelate, mescolare, Aggiustare di sale e pepe. Coprire con l'acqua e cuocere a fuoco dolce per circa 20-30 minuti. Unire poi il pesto di basilico.

In un'altra pentola far bollire acqua salata e cuocere la pasta al dente. Scolarla ed unirla alle fave, mescolare e cuocere ancora 1-2 minuti.

Spegnere il fuoco e profumare con il prezzemolo tritato.

Servire la minestra di fave nelle fondine individuali con scaglie di grana preparate con l'apposito attrezzo o il tagliatartufi.


Altre proposte primaverili:

Carla Emilia: Risotto con bruscandoli 

Catia: Tartine al salmone con crema di rucola e germogli  

Cinzia: Frittata di ortiche 

Claudia: Spaghetti di zucchine al pesto 

Daniela: Parmigiana di piattoni 

Milena: Casarecce con zucchine e pomodorini confit  

lunedì 18 marzo 2024

Pere al vino rosso speziato


Il 19 marzo è la festa del papà, quindi perché non preparagli un dolcino o qualcosa di buono che può gradire particolarmente?

La rubrica Light and tasty è sempre molto attenta alle festività e per questo abbiamo pensato di darvi qualche idea veloce da preparare il giorno giusto... già perché so che la "vera festa" con abbuffata, regali, bacini e tanti abbracci l'avete già fatta ieri, io vi conosco!!!!

Comunque domani lo potete festeggiare a sorpresa, vedrete che ne sarà entusiasta!

Ho pensato ad un veloce dessert a base di frutta, le classiche pere al vino rosso, che hanno un colore unico e un  profumo paradisiaco, se poi aggiungete 1 pallina di gelato sono sicura che lo conquisterete!

Ho preso spunto da questa ricetta nel blog della Giuly qui, ma con qualche leggera variazione.

 Alla prova!


Ingredienti

500ml di vino rosso (Gutturnio doc)
4 pere non troppo mature
200g di miele
succo di 1 arancia
2 stelle di anice
4 chiodi di garofano
1 stecca di cannella
scorza di arancia
scorza di limone
vaniglia (1/2 bacca)
gelato alla crema
cannella in polvere

In una casseruola alta non troppo larga (deve coprire le pere) inserire il vino rosso, le spezie (anice stellata, cannella, chiodi di garofano, vaniglia) e le scorze degli agrumi, chiudere con il coperchio e attendere 6 ore, o anche 1 notte. 

Sbucciare le pere, tagliarle  a metà nel senso della lunghezza lasciando il picciolo, rimuovere il torsoli con uno scavino da melone, o un cucchiaino.

Aggiungere il miele al vino e il succo dell'arancia e infine le pere pelare, accendere il fuoco e mescolare facendo attenzione di non rompere le pere, ma sciogliendo il miele. 
Cuocere finché saranno morbide ma ancora consistenti, in tutto 12-15 minuti al massimo. Se le pere risultano ben colorate, toglierle e posizionarle in un contenitore chiuso (tipo Tapperware), se non ancora ben colorate lasciare in ammollo a fuoco spento e poi metterle nel contenitore.

Rimettere il vino sul fuoco, e ridurre sul fuoco fino a renderlo sciropposo.

Al servizio, scaldare la riduzione, posizionare sul piattino la pera, mettere una pallina di gelato alla crema nell'incavo e con un cucchiaino bagnare con la riduzione calda. Spolverizzare con cannella in polvere.


Ecco le altre proposte per festeggiare i papà!


Carla Emilia: Insalata di lingua 

Catia: Dessert alla crema e caffè con biscotti al cioccolato 

Cinzia: Tiramisù al caffè light 

Milena: Frittatine con cuori di barbabietola rossa  

sabato 16 marzo 2024

Cappellacci agli asparagi



E inizia una nuova avventura! Sono felice di annunciarvi l'inizio di un nuov appuntamento che uscirà il 16 di ogni mese e in cui si tratterà di pasta!  Il suo nome è LA PASTA é MAGIA!
Pasta fresca, fatta a mano, che potrà essere ripiena oppure farcita, ma anche pasta secca, sia prodotta da noi che acquistata, ma condita con dei super sughi, così da strabiliarvi sotto ogni punto di vista!
Ci siamo unite in un gruppo di foodblogger piccolo ma affiatato ed abbiamo messo le basi di questa rubrica, Daniela, Milena e Natalia, ed ora assieme partiamo!

Ho iniziato con la pasta ripiena, tipica della mia regione e a cui sono molto affezionata, l'impasto è con farina di grano tenero 00, bagnata con le uova, so che  solitamente il dosaggio è 1 uovo per 100g di farina, ma io tendo a mettere meno uova (2 su 300g), invece aggiungo un poco di olio, consiglio di mia nonna, che rende l'impasto quasi setoso. Quanto al ripieno ho osato con il mascarpone e la ricotta, per renderlo più ricco e cremoso, gli asparagi solo saltati direttamente in padella giusto per rinforzare il sapore, non amo utilizzare verdure lesse nei ripieni. Questa è una mia interpretazione dei cappellacci e  se li proverete fatemi sapere se vi sono piaciuti!

Ed ora ...Mani in pasta!



Ingredienti per 4 persone
(80 cappellacci)

200g di mascarpone

200g di ricotta

400g di asparagi

1 scalogno 

80g di Parmigiano grattugiato

sale

olio evo

1 cucchiaino di concentrato di pomodoro

burro

300g di farina 00

2 uova

1 cucchiaio di olio

sale

Iniziare a preparare la farcia: lavare e mondare gli asparagi, tagliarli a tocchetti tenendo in disparte le punte.  Preparare un soffritto con olio evo (2 cucchiai) e scalogno ben tritato, unite i pezzetti di asparagi (non le punte), salate e pepare e cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti con coperchio, unendo un poco di acqua se ce ne fosse bisogno (non devono asciugare troppo ma nemmeno essere immersi in acqua). Spegnere far raffreddare e poi frullare.

Unire il mascarpone con la ricetta il formaggio e gli asparagi, mescolare accuratamente formando una crema, aggiustare di sale.

Preparare il sugo: sciogliere 50g di burro in una padella, unire le punte di asparagi, il concentrato di pomodoro, sciolto in 1-2 cucchiai di acqua, salare e  cuocere a fuoco vivace per qualche minuto. Le punte non devono essere troppo cotte, devono rimanere croccanti in questo sughetto rosato. Spegnere e lasciar raffreddare.

Preparare i cappellacci: fare  la fontana con la farina, inserire le uova, un pizzico di sale e l'olio, mescolare le uova all'interno con una forchetta  e poi iniziare a raccogliere la farina dall'interno e  impastare a mano (se fosse troppo dura unire un cucchiaio di acqua). Continuare l'impasto con i palmi aperti per una decina di minuti fino a quando la pasta schiocca! 

Fra riposare per trenta minuti a temperatura ambiente avvolto da pellicola per alimenti.

Con la macchinetta oppure con il mattarello, tirare la sfoglia sottile con la macchinetta all'ultimo foro e poi tagliare dei cerchi con un coppapasta rotondo diametro 8 cm. 

Mettere su ogni cerchio di impasto 1 noce di farcia e poi formare i cappellacci, prima chiudendo i cerchio a mezzaluna e poi avvicinando le due punte e premendo.


Disporli su di un vassoio ricoperto da una tovaglietta pulita (io lo preferisco allo spolvero con farina di riso o alla carta forno, in quanto il tessuto assorbe leggermente l'umidità aiutando ad asciugare il raviolo/cappellaccio). E' possibile congelarli su vassoi e poi dopo 2 ore riporli in sacchetti. Si conservano per 2-3 mesi in freezer.

Far bollire una pentola con acqua salata, al bollore abbassare il fuoco ed immergere i cappellacci, appena torna a bollire l'acqua, attendere un paio di minuti (se sono congelati 4-5 minuti). Per essere certi della cottura si consiglia un assaggio. Scolare con mestolo forato, facendo attenzione a non scolarne troppi per volta e passarli nella padella con il sugo riscaldato, saltarli velocemente e servire con parmigiano grattugiato (a piacere).



Ecco le proposte delle colleghe-amiche di La pasta è magia!

Daniela: Tagliatelle al cacao con gorgonzola e noci  

Milena: Crusetti (Croxetti) liguri con pesto di pinoli  maggiorana 

Natalia: Tagliatelle con crema di piselli nell’impasto 

lunedì 11 marzo 2024

Roast beef di cavallo al microonde

Oggi Light and tasty si concentra non tanto sulle ricette ma i metodi di cottura. 

Ultimamente si legge sempre più di metodi di cottura alternativi quali slow cooker, friggitrici ad aria, sous vide, ognuno di questi ha caratteristiche ben definite, con pro e contro, siamo noi a doverle valutare scegliendo il meglio a seconda del prodotto da cuocere e del risultato che vogliamo ottenere.

Ho voluto puntare sul microonde, un elettrodomestico che ormai abbiamo tutti da tanti anni ma che spesso non viene usato per cucinare, ma solo per riscaldare, cosa che effettivamente fa molto bene. Anch'io non mi discosto, ma negli anni ho messo a punto qualche ricetta e il roast beef è un mio cavallo di battaglia. Naturalmente il punto forte di questa scelta è il tempo ridotto di cottura mantenendo però un  buon sapore e una buona consistenza, in 20 minuti si prepara un buon secondo piatto, che ci salva 2-3 pranzi o cene ...direi che non è poco!

Bisogna però valutarne la cottura in base ai propri gusti, tenendo presente che 1kg di carne: ben cotto 18 minuti, al sangue 14 minuti.

Per quanto riguarda la scelta della carne sicuramente il manzo è quello più apprezzato, questa volta ho proposto il cavallo, prima di tutto per problemi di anemia di mio figlio e poi perché le origini piacentine si sentono!

E già forse voi non lo sapete ma la carne di cavallo, il cui uso è senza dubbio antica, viene consumata spesso a Piacenza, dove ci sono diverse ricette tipiche come la tartare o la picula (quest'ultima è addirittura stata insignita  della De.CO.). L'uso di questa carne è caratteristico della cucina locale come anche nel Salento, a Napoli e a  Parma.

Molti ritengono che il consumo di carne di cavallo sia legato al fatto che Piacenza in passato fu città di caserme e che i cavalli al seguito degli eserciti, esaurita la loro attività, fossero venduti ed abbattuti, non so se questo sia vero, ma sicuramente è un tipo di carne molto utilizzato, ecco la ricetta:


Ingredienti

800g di carne di cavallo (costata)

olio evo

rosmarino, salvia

sale e pepe




Legare il pezzo di carne con spago per arrosti, mettere qualche foglia di salvia e/o rametto di rosmarino e poi insaporire con sale e pepe, massaggiando bene la carne.

Scaldare sul fuoco 3-4 cucchiai di olio in una pirofila adatta al microonde, quando l'olio risulta ben caldo mettere la carne a rosolare su tutti i lati, schiacciandola con una paletta così da far avvenire la reazione di Maillard, per circa 6-8 minuti (tenendo conto di tutti i lati).

A questo punto coprire con coperchio e cuocere al micronde impostando 600watt di potenza, per 15 minuti Cottura rosata, se preferite al sangue 12 minuti. Lasciare raffreddare.

Tagliare con affettatrice, sul n.2. Riunire il fondo di cottura in una ciotolina da portare in tavola assieme al roastbeef affettato.

Personalmente ci piace piuttosto cotta e quindi cuocio per 15-16 minuti (dipende dal peso),  inoltre questa cottura mi è consona per poter conservare la carne per 4-5 g in frigorifero (senza affettarla) in sottovuoto.

Ecco altre proposte con cotture alternative:

Carla Emilia: Frittata di porri e tagliolini  

Catia: Focaccia dolce cotta in friggitrice ad aria  

Cinzia: Pane di grano saraceno e semi cotto in friggitrice ad aria 

Claudia: Salmone cotto a bassa temperatura 

Daniela: Pizzette in padella  

Milena: Tortini con confettura di susine  in friggitrice ad aria  

venerdì 8 marzo 2024

Ziti spezzati con polpettine


Oggi vi lascio un primo piatto, ma che sarebbe meglio considerare un piatto unico visto la ricchezza degli ingredienti, è tipico del sud Italia. Vi sono tante versioni, pugliese, napoletana, siciliana, personalmente non sono così preparata da capirne le differenze, so solo che sono tutte buonissime.

Qui ho utilizzato la carne di tacchino, ma potrebbe essere bovino, vitello o anche pollo, un mix, come desiderate, quanto al sugo di pomodoro deve essere bello abbondante così da avvolgere ed entrare nei tubi degli ziti. Una piccola precisazione sul formato di pasta, gli ziti,  sono un formato di pasta di semola grano duro, tubolare, liscia e lunga circa 25 cm, che prima di essere cotta veniva spezzata a mano, ma può essere anche cotta intera e poi passata al forno. Ed ora una piccola curiosità sul nome; pare che la parola ziti deriva dal dialetto napoletano e significa “sposa” o “fidanzata”. Gli ziti vengono chiamati in questo modo poiché erano una tipologia di pasta che normalmente la “zita”, ovvero la sposa, cucinava al marito il giorno delle nozze.

Ma passiamo alla ricetta...

Ingredienti per 4 persone

400g di ziti
1 cipolla
400g di salsa di pomodoro
4 cucchiai di olio evo
200g di macinato di tacchino
1 spicchio di aglio
400g di passata di pomodoro
1/2 panino bagnato nel latte
1 uovo
1 scalogno
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di olio evo
farina
prezzemolo
peperoncino 
zucchero
sale e pepe

Preparare le polpette, unendo alla carne il pane bagnato, ben strizzato, lo spicchio di aglio tritato finissimo,  il prezzemolo tritato, l'uovo. Formare tante piccole polpette grandi come una nocciola, rotolare le polpette nella farina. Rosolarle nell'olio evo dopo aver fatto appassire lo scalogno affettato finemente.


In un'altra padella preparare il sugo, scaldare i 4 cucchiai di olio evo, soffriggere senza bruciare la cipolla tritata, un poco di peperoncino (quantità a piacere) e infine la salsa di pomodoro

Lasciare cuocere per 30 minuti regolando di sale, pepe, un pizzico di zucchero. Unire le polpette e cuocere ancora una decina di minuti aggiungendo un poco di acqua se necessario. 

Nel frattempo far cuocere gli ziti, scolare al dente, e mettere nel sugo facendo mantecare il tutto a fiamma vivace. 

Con questa ricetta partecipo ad ABC - Un mondo di ingredienti, sarà l'ultima ricetta visto che con il 10 marzo finiamo questa prima parte, e l'ultima ricetta non poteva che ritornare in Italia, proprio come la prima, da dove sono partita! 

Z di ziti per Abc - un mondo di ingredienti e si ritorna in Italia!

mercoledì 6 marzo 2024

Surinamese Nasi - Riso fritto dal Suriname


Zenzero per preparare il Nasi e si vola in Suriname, America del Sud.

Il Suriname Nasi è un piatto di riso fritto, alimento base in Suriname; deriva da un piatto indonesiano, i Nasi Goreng: Nasi significa "riso" e Goreng significa "fritto".

Il Suriname era una colonia olandese e molti abitanti sono provenienti dall'isola di Giava in Indonesia, quest'isola aveva rappresentato la principale base coloniale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Molti giavanesi vi emigrarono portando con sé  le usanze e i costumi oltre naturalmente la gastronomia, 

Il Nasi Goreng era uno dei piatti più cucinati e anche in questo caso, come spesso accade, iniziò a "Surimizzarsi", vale a dire  ad adattarsi ai gusti degli abitanti del luogo, cambiando così le quantità e i tipi di spezie oltre alle erbe aromatiche utilizzate. Ogni famiglia del Suriname desiderò crearsi il proprio Nasi.

Le spezie più usate sono Ketoembar (semi di coriandolo macinati), Laos (radice di galanga), ma ognuno può sentirsi libero di aggiungere erbe e spezie secondo i propri gusti. Viene servito con le carne, carni alla brace o arrosto oppure con pollo arrosto, può essere accompagnato da contorni come cetrioli sottaceto e bakabana (piantaggine fritta).

Per prepararlo ho confrontato diverse ricette, tutte partono da riso basmati, spesso viene utilizzato avanzi di riso del giorno prima, oppure si cuoce il giorno precedente (pare che si frigga meglio!), viene poi aromatizzato con cipolla, aglio, zenzero, e pasta di gamberetti (che io non ho trovato, ma ho sostituito con un poco di salsa di pesce) e poi il kecap, una salsa di soia dolce e aromatica tipica della cucina indonesiana (io ho usato la salsa teriaki, ma non ditelo a nessuno...mi sembrava un degno sostituto).

Ma ecco la ricetta, tratta da  qui.


Ingredienti per 4 persone

200g Riso basmati 

zenzero

salsa di pesce

salsa teriaki (al posto del kecap)

salsa di soia

2 spicchi di aglio

1 cipolla

600g di filetto di Pollo 

olio evo

foglie di lemongrass

prezzemolo




Cuocere il riso in acqua bollente , dopo averlo lavato aggiungendo in acqua  l'aglio, lo zenzero e un cucchiaio di salsa di pesce. Togliere l'aglio e lo zenzero, far raffreddare. Si consiglia di metterlo in frigorifero per una notte in modo che il riso si asciughi un po' e sia più facile da maneggiare.

In una padella larga e dal fondo spesso, mettere 3 cucchiai di olio evo, unire la cipolla tritata e l'aglio tritato finché non inizia a diventare traslucida. Aggiungere la pasta di gamberi (io la salsa di pesce) e lo zenzero grattugiato finemente, mescolare per soffriggere. Aggiungere il riso friggere per 4-5 minuti, mescolando spesso e aromatizzando con kecap (io salsa teriaki) e salsa di soia.

Friggere fino a quando tutto sarà ben amalgamato e avrà un bel colore marrone chiaro, assaggiare e aggiustare di sale.

Nel frattempo in un'altra padella scaldare l'olio, aggiungere i filetti di pollo, rosolare e salare e aromatizzare con lo zenzero. 

Quando il pollo risulterà ben rosolato e colorato, servire con il riso fritto, dopo averlo aromatizzato con foglioline tritate di lemon grass e prezzemolo tritato.

Si può conservare il Nasi in frigorifero per circa 2 giorni, è sufficiente scaldarlo nel microonde prima di consumarlo e se dovesse sembrare un po' secco, bagnarlo  con un po' d'acqua prima di metterlo nel microonde. Nasi si congela davvero bene e si mantiene per circa 3 mesi nel congelatore.

Con questa ricetta partecipo alla rubrica ABC - Un mondo di ingredienti

martedì 5 marzo 2024

Manti, ravioli di carne e zucca


Z di Zucca per preparare i Manti del Kazakistan

Il manti è un tipo di pasta ripiena tipico delle cucine caucasiche, della cucina turca e dell'Asia centrale (in particolare della kazaka e uzbeka), della cucina uigura e della cucina dell'Hejaz.

I manti sono ravioli ripieni di carne macinata di agnello, cavallo o manzo  che viene  speziata con aggiunta o meno di verdure. Possono essere bolliti o cotti al vapore.

Le dimensioni e le forme dei Manti variano da luogo a luogo: quelli Kazaki sono più grandi e spesso ripieni solo di carne, mentre gli Uzbeki presentano anche le verdure, vi sono poi delle variazioni da paese a paese da famiglia a famiglia, come tutti i piatti della tradizione che si rispettino!

Voglio sottolineare che sono strettamente imparentati etimologicamente ai mantou cinesi ma assomigliano molto di più ai jiaozi, al Buuz mongolo, al Momo nepalese e al Mandu coreano (e qui con le prove abbiamo da sbizzarrirci!!!).

Le informazioni le ho tratte da qui e ricetta da qui e qui, ecco la ricetta che preparato.


Ingredienti per 4 persone (40 manti)


Per il ripieno
200g di carne di montone o manzo
200g di zucca
1 cipolla
40g di burro
1 cucchiaino di sale
2 foglie di alloro
spezie (pepe, cannella, noce moscata, pimento)

Per l’impasto
200 di farina
1 cucchiaio di olio evo
1 pizzico di sale
Per ungere la vaporiera (detta kaskan)
2 cucchiai di olio o carta forno

Per il condimento
burro fuso o panna acida


Mondare e tagliare la zucca  a pezzetti.  Affettare sottilmente la cipolla. Scaldare in una padella il burro e rosolare la cipolla e dopo qualche minuto unire la carne tritata, speziare e salare. Unire la zucca e l'alloro allungare con un bicchiere di acqua. Mettere il coperchio e cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti. Togliere il coperchio e far "asciugare" il composto (che per noi sarà il ripieno). Lasciare raffreddare e mescolare molto bene così da rendere quasi cremosa la zucca.


Preparare l'impasto: facendo la fontana con la farina, aggiungere olio e sale e poi a poco a poco acqua tiepida fino ad ottenere un impasto sodo come quello per la pasta. Lavorarlo per 5-10 minuti  e poi far riposare per 30 minuti, coperto con pellicola.

Stendere la pasta con matterello o con la macchinetta al penultimo foro e poi tagliare dei cerchi con un coppapasta rotondo diametro 8 cm. Mettere su ogni cerchio di impasto 1 cucchiaino colmo di ripieno (se sono bei pieni la forma viene meglio) e poi formare questi ravioloni, simil colurgiones (o tortelli piacentini con 1 coda).


Cuocere a vapore (io nel bimby a Varoma), mettendo sulla base una carta forno e disponendoli leggermente distanziati, per 10 minuti dal vapore. Al Bimby mettere 800ml di acqua a circa 20 gradi nel boccale e poi impostare 18minuti,varoma, vel.1. 

Si consiglia di condire i manty pronti con della panna acida o del burro fuso. 

Prima della cottura in Varoma

Con questa ricetta partecipo ad ABC - Un mondo di ingredienti

lunedì 4 marzo 2024

Torta salata con catalogna




Sta per iniziare la primavera...almeno speriamo visto le piogge degli ultimi giorni, e il colore principe della primavera quale è? Il Verde!  Bravi!!!!

Oggi a Light and tasty ci concentreremo infatti su ricette con verdure a foglia verde che sono in gran numero: la maggior parte delle insalate, cicorie, spinaci e cime di rapa.

I cibi verdi, contengono clorofilla, acido folico e un pigmento che contiene Magnesio. I nutrienti di questi cibi aiutano a depurare dalle tossine e ad assimilare correttamente i grassi. Migliorano la digestione e la vista.Quindi optiamo per queste verdure che aiutano a mantenerci in salute.

Personalmente ho scelto la catalogna, una verdura che amava tanto la mia mamma. Quando la preparava non l'apprezzavo, mi sembrava molto amara, oggi mi piace tanto e non la trovo più così amara come allora. A questo punto mi chiedo "avrò cambiato gusti?" o "è la catalogna che presenta varietà diverse?" Ho provato ad approfondire quest'ultima domanda, ma non ho ancora trovato risposte certe; ad ogni modo ogni tanto l'acquisto e me la preparo, soprattutto condita dopo averla lessata, ma anche ripassata in padella con aglio e olio oppure con peperoncino... insomma ne faccio scorpacciate!

Ma ecco una tortina salata, giusta giusta per risolvere una cena. Cosa ne pensate?


Ingredienti

1 piccolo cespo di catalogna

200g di ricotta

80g  di asiago a cubetti

1 uovo

olio

peperoncino

Pasta alla birra

250 g di farina

100ml di birra chiara

70 g di olio di semi

sale

Impastare velocemente la farina con birra, olio, sale, avvolgere in pellicola e far riposare per almeno 30 minuti in luogo fresco.

Mondare e tagliate in 3 parti ogni foglia di catalogna, lavare bene e cuocere in acqua bollente per 10 minuti (dopo che ha ripreso il bollore), scolare e far raffreddare. Tritare a pezzetti con coltello.

Strizzare bene con le mani la catalogna e ripassarla in padella con un cucchiaio di olio, un pizzico di sale e un poco di peperoncino. Lasciare raffreddare.

Preparare la farcia: alla catalogna ripassata unire la ricotta, l'uovo intero e il formaggio (Non salare!).

Foderare una teglia da 26cm di diametro con carta forno, sfogliare la pasta alla birra con il matterello e posizionarla nella teglia, forare con i rebbi di una forchetta il fondo e poi introdurre la farcia.

Cuocere per 25-30 minuti in forno già caldo a 180°C ventilato.


Ecco le altre proposte "verdi":

Carla: Torta semplice di bietole  

Catia: Crostatine con erbe spontanee e caprino  

Cinzia: Zuppa canavesana di ajucche light 

Claudia: Risotto con spinaci e gamberetti 

Daniela: Pancake agli spinaci con ricotta e noci 

Milena: Verzolini di magro   

sabato 2 marzo 2024

I pinoli detti PIN


Gnocchi d'Italia è il titolo della rubrica L'Italia nel piatto di oggi!

Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, diffuso in tutto il mondo, possono essere preparati con farine differenti, con legumi, patate, tuberi o anche di pane.

In Italia i più diffusi sono preparati con le patate, e vengono conditi con tanti sughi diversi, spesso dipende dalla tradizione di provenienza.

Personalmente ho pensato di proporvi dei simil gnocchi tipici proprio della mia provincia, in particolare della Val Trebbia, in particolare di Bobbio, un borgo incastonato tra le colline piacentine e famoso per essere stato eletto nel 2019 Il Borgo d'Italia più bello (da una trasmissione televisiva della Rai).

Questi gnocchetti dalla forma affusolata sono chiamati  " pin " (in dialetto) o pinoli della Val Trebbia (Bobbio), sono a base di patate, spinaci e ricotta, oltre naturalmente  a farina e Formaggio grana (Padano o parmigiano dipende dai gusti). Vengono preparati solo a mano e dopo aver impastato e formato le classiche bisce, si tagliano a tocchetti che si ruotano tra le mani o sulla tavola di legno.

Per quanto riguarda il condimento, tradizionalmente sono serviti con burro e salvia, oppure con i funghi o il sugo di brasato, ma nulla ci vieta di utilizzare altri sughi più "creativi".

Vi assicuro che sono molto piacevoli all'assaggio, sia per il sapore sia per la consistenza, ma ecco la ricetta!


Ingredienti per 6 persone


600g di patate

2 uova

300g di farina

200g di spinaci freschi

olio evo

150g di ricotta

100g di Parmigiano Reggiano grattugiato

sale


Lessare le patate con la buccia, per circa 30 minuti, lasciare intiepidire, pelare e schiacciare con lo schiacciapatate. Far raffreddare.

Cuocere in padella gli spinaci con un pizzico di sale e un cucchiaio di olio, mettere tutto in padella con coperchio per 4-5 minuti, controllare che non si brucino. Tritate e lasciare raffreddare.

Frullare gli spinaci ben asciutti con la farina, in questo modo la farina diventerà verde..

In un piano impastare le patate con farina+spinaci, uova,  ricotta, formaggio e uova.

Impastare a mano con un pizzico di sale, poi tagliare a fette l'impasto e  formare delle bisce di circa 2cm di diametro (come per gli gnocchi). Se l'impasto dovesse risultare appiccicoso, aiutarsi con la farina.

Tagliare a tocchetti e passarli tra le mani formando una specie di fuso.



Preparare il sugo di funghi:

1 scalogno

30g di porcini secchi

1 cucchiaio di concentrato di pomodoro

sale 

zucchero

olio evo

burro

Far rinvenire i funghi in acqua tiepida per circa 30 minuti.

Scaldare 2 cucchiai di olio e una noce di burro, soffriggere  lo scalogno tritato, unire i funghi tagliati a pezzetti, spolverizzare con pepe.  Aggiungere il concentrato di pomodoro allungarlo con l'acqua tiepida dei funghi, aggiustare di sale e zucchero, cuocere circa 30 minuti. Il sugo è pronto quando è bello ristretto e vellutato. 

Scaldare una pentola di acqua e sale, al bollore aggiungere i pinoli e  quando vengono a galla scolarli in una grande zuppiera e condirli con il sugo di funghi.

Servire subito con Parmigiano grattugiato.


Ecco i gnocchi delle altre regioni:


Piemonte: Ravioles della Val Varaita

Lombardia: Gnocchi di colla “Gnòc in còla” bergamaschi

Trentino-Alto Adige: Gnocchi di patate crude

Friuli-Venezia Giulia:   Gnocchi di zucca e patate con ricotta affumicata

Veneto: Canederli, gnocchi di pane, dall’antipasto al dolce 

Emilia-Romagna: I pinoli, detti pin 

Liguria: Gnocchetti di patate al basilico con pesto e filetti di gallinella

Toscana. I topini, gli gnocchi di patate toscani

Umbria: Gnocchetti alla collescipolana

Marche: Gnocchi con sugo di papera

Lazio: Gnocchi senza glutine alla gricia con carciofi

 Abruzzo: Gnocchi di patate con sugo di pecora

Molise:  Gnocchi ripieni di ventricina

Campania: Gnocchi alla sorrentina 

Puglia: Gnocchi di semola con le cozze 

Basilicata: Gnocchi di semola e fagioli

Calabria:  Gnocchi di patate della Sila ripieni di ‘nduja su fonduta di provola 

Sicilia: I Gnocculi Cavati con Sugo alla Paolina e Cavolfiore

Sardegna: Gnocchi di pane, ricotta, pecorino, erbe aromatiche con arselle, datterino e bottarga di muggine  


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venerdì 1 marzo 2024

Kolokythokeftedes, polpette greche di zucchine



Le Kolokythokeftedes, polpette di zucchine e si vola in Grecia!

Queste golose crocchette a base di feta e zucchine tipiche della Grecia possono essere servite come aperitivo oppure come contorno nelle vostre cene estive. Si consiglia di utilizzare delle zucchine di piccole dimensioni che non contengano troppa acqua di vegetazione, anche se "il sotto sale" aiuta anche se le zucchine sono di dimensioni normali. La menta e l'aneto danno un gusto e un profumo eccezionale, ma forse non a tutti piacciono e quindi si possono anche evitare, soprattutto la menta che è piuttosto "invadente", anche se vi assicuro che danno un bella marcia in più!


Ingredienti per 15 polpette

350g di zucchine 

150g di feta

1 uovo

2 cucchiai di farina

1 cipollotto

Aneto 

Menta 

Olio di semi per friggere

Yogurt greco 

Sale 


Grattugiare le zucchine in una ciotola e salare con sale fino. Attendere 30 minuti.

Scolarle e schiacciarle così da togliere la maggior parte dell'acqua di vegetazione.

Raccogliere le zucchine in una ciotola, unire uovo, la farina feta sbriciolata e il cipollotto affettato. Mescolare bene con una forchetta. A piacere aggiungere qualche foglia di menta tritata e l'aneto tritato.

Scaldare abbondante olio di semi in una padella e quando sarà ben caldo formare delle quenelle con 2 cucchiai e friggerle poche alla volta. 

Fare dorare le polpette da tutti i lati e giratele delicatamente in modo da farle colorire uniformemente, quindi scolare su carta assorbente.

Servirle ben calde con yogurt greco come salsa.


Con questa ricetta partecipo ad ABC - Un mondo di ingredienti