mercoledì 27 marzo 2019

Buon Compleanno Club del 27: la mia Tarte Tatin classica


Happy Birthday!!!!
Auguri, Auguri, Auguri!
Tanti Auguri al nostro Club del 27, un club di appassionati di cucina, che si ritrovano tutti i mesi nel giorno 27 a presentare dei piatti con un filo conduttore comune.
Oggi il tema era libero, si poteva spaziare in tutte le uscite precedenti per scegliere come festeggiare il secondo compleanno.
Ho scelto una torta, come è giusto che sia per questo tipo di festa, una torta francese, un classico: la Tarte Tatin.
Questa torta rovesciata conosciuta in tutto il mondo pare che sia nata da un equivoco, anzi da un vero e proprio errore, come spesso accade.
Presso l'Hotel Tatin di Lamotte-Beuvron in Francia, alla fine del 18 secolo, l'addetta in cucina, una delle due proprietarie- le sorelle Tatin, dovendo preparare una torta di mele lasciò cuocere le mele nello zucchero e nel burro troppo a lungo.
Sentendo odore di bruciato e dovendo entro sera preparare un dolce per gli ospiti dell'Hotel cercò di risollevare le sorti della frutta mettendoci uno strato di pasta sopra e rimetendola ancora per poco in forno. Prima di presentarla la girò sul piatto di portata e  rimase stupita da quanto fu apprezzata dagli ospiti del ristorante. Il dolce divenne così un simbolo del ristorante e la sua fama si sparse per tutta la regione.
Questa è una delle tante leggende che vengono riportate in merito a questo dolce,  l'importante però è ricordare che la sua divulgazione a livello mondiale fu  dovuta  al cuoco Louis Vaudable, che assaggiò l'originale e ne fece un dessert fisso al suo ristorante, il famoso Maxim's di Parigi.

Questa torta mi piace tanto e proprio per questa l'ho voluta preparare con una squisita crema inglese alla cannella per questo evento importante, anzi andate un po' a vedere come stanno procedendo i festeggiamenti nel sito ufficiale dell'MTC...


Ingredienti
diam. 24cm

per la pasta
250 g di farina per dolci
3 cucchiai di zucchero
1 pizzico di di sale
150 gr di burro
1 tuorlo
acqua ghiacciata (io, 20 ml)

per il ripieno di mele
7-8 mele, io renette
70 g di burro
130 g di zucchero

per la salsa
100 ml di latte
100 ml di panna fresca
2 tuorli
1 cucchiaio di cannella in polvere
35 g di zucchero

Mescolare gli ingredienti secchi: farina, zucchero e sale con un cutter o a mano.
Aggiungere il burro a pezzetti e lavorare per pochi secondi, verrà un impasto molto bricioloso.
Incorporare il tuorlo e mescolare velocemente sempre con un cutter, aggiungere l’acqua fredda, per me è stato sufficiente 20ml  per avere un impasto perfetto (morbido ma non appiccicoso) Avvolgere in pellicola e mettere in frigo per mezz'ora.

Sbucciare le mele e poi dividerle in 3 parti, togliete il torsolo senza romperle.
Nel frattempo mettere nella teglia foderata con carta forno (utile poi a sformarla) il burro e lo zucchero. Far sciogliere sul fornello a fiamma bassa con spargifiamma  fino ad ottenere il leggero colore nocciola, ma senza bruciare. Quando il caramello sarà pronto, aggiungere le mele con la parte convessa verso il fondo, continuare a tenere sul fuoco per 10 minuti (questa operazione è utile per far evaporare l'acqua di vegetazioni dalle mele).

 Riprendere la pasta e stenderla un poco più grande della misura della teglia, appoggiarla sopra e schiacciare la pasta fra le mele esterne (quelle del bordo) e la teglia.

Praticare tanti forellini nell'impasto per far uscire il vapore e infornare a 180° per 35-40 minuti.

Finito il tempo, sfornare la torta far raffreddare per 10 minuti e poi rigirarla sul piatto di portata, servirla prima possibile, è ottima tiepida.

Per la salsa d'accompagnamento, scaldare in un pentolino la panna, il latte. Montare i tuorli con lo zucchero e la cannella, uniteli al composto di latte e mescolando con un cucchiaio di legno continuare la cottura, finchè la salsa velerà il cucchiaio, facendo attenzione a non far impazzire la salsa con il bollore della stessa (quindi fiamma bassa e mescolare sempre delicatamente).


Con la tessera n.31 partecipo al compleanno de Il Club del 27



lunedì 25 marzo 2019

Gnocchi alla lariana light


Ed oggi è la volta degli gnocchi, un piatto tipicamente italiano che pare le sue origini risalgano addirittura al Neolitico, da scavi effettuati in  val di Ledro in Trentino, sono stati portati alla luce in un villaggio dell'età del Bronzo. Per poi proseguire nelle cucine dell'Antica Roma dove erano fatti con farina di farro, acqua e sale, erano i primi impasi solidi del pulmentum. Nelle corti rinascimentali erano chiamati "zanzarelli", a base di pane e latte, miscelati poi con mandorle in scaglie e servite nel brodo allo zafferano. Nell'ottocento abbiamo i primi gnocchi di patate, le patate erano arrivate dalle Americhe 2 secoli prima, ma solo in questo periodo iniziano ad essere consumate anche dagli uomini (prima solo dal bestiame), e questa consistenza tipica di morbidezza e compattezza dovuta alla presenza di farina e patate ha ottenuto consensi trasversali dall'aristocrazia fino al popolo.
Anche noi di Light and Tasty, abbiamo voluto festeggiare questo piatto,  che grazie agli ingredienti poveri, è stato sulla tavola di tutti i ceti permettendo di sfamare con poca spesa, e proprio per quello la saggezza popolare lo ha relegato come piatto del giovedì, giornata lavorativa ed estranea a celebrazioni o feste (info dal libro "Facciamo gli gnocchi" di Gribaudo).
Per l'occasione ho voluto provare questa ricetta tipica della città di Como, presente sempre sullo stesso libro, in cui le patate non sono protagoniste, ma l'impasto è in pratica una pastella di farina uova. latte e noce moscata, ho solo alleggerito il sugo, in cui si può trovare oltre al pomodoro, pancetta e robiola per la versione classica.
Ma ecco la mia ricetta...



Ingredienti per 4 persone

250 g di farina
250 ml di latte
1 uovo

per il sugo:
 2 cucchiai di olio evo
1 scalogno
12 pomodorini rossi
12 pomodorini gialli
sale e pepe
peperoncino a piacere


Preparare il sugo: scaldare l'olio con lo scalogno tritato, aggiungere i pomodorini tagliati a metà o interi (dipende dalla dimensione), cuocere per  una decina di minuti. Aggiustare di sale e pepe, a piacere di peperoncino.

Preparare la pastella versando farina, latte e uovo in una ciotola  e con l'aiuto di una frusta mescolare bene evitando la formazione di grumi.
Portare a bollore l'acqua salata, versare a cucchiaiate gli gnocchi (io ne ho cotti 10 per volta).
Ecco la procedura precisa: abbassare la fiamma con un cucchiaino formare lo gnocco e gettarlo in acqua con l'aiuto di una punta di coltello, questo si attaccherà sul fondo dopo 30-40secondi, staccare delicatamente con un cucchiaio di legno e  alzare la fiamma, far cuocere 3-4 minuti (saliranno a galla da soli e poi contare un paio di minuti). Scolarli e gettarli nel sugo. Finiti gli gnocchi, accendere la fiamma sotto il sugo e saltarli per 4-5 minuti.
Servire con parmigiano grattugiato.

Ecco altri "GNOCCHI" speciali!

Gnocchetti di castagne con cavolo nero  di Carla Emilia

Gnocchi di riso col Bimby di Cinzia

Gnocchi di semola al profumo d’arancia con pesto di zucchine e pistacchi di Daniela

Gnocchi di semola con carciofi e speck di Maria Grazia

Gnocchi di carote con bietole arcobaleno  di Milena

lunedì 18 marzo 2019

Spaghetti allo speck su crema di topinambur




Oggi a Light and Tasty è la volta del Topinambur, quel tubero delizioso al sapore, ma ancora poco conosciuto e utilizzato in cucina, ma andiamo con ordine...

Il topinambur, chiamato anche rapa tedesca, carciofo di Gerusalemme o girasole del Canada (nome scientifico Helianthus tuberosus), è una pianta usata come ortaggio, appartenente alla grande famiglia delle Asteraceae e al genere helianthus, con l'infiorescenza a capolino. Il tubero è commestibile (quindi edule), per questo è anche chiamato patata topinambur.
I tuberi di topinambur si raccolgono in inverno, sono molto nutrienti e la loro cottura è simile a quella delle patate. Possono essere consumati anche crudi con sale e pepe. Nella cucina piemontese sono tipici con la bagna càuda e la fonduta, mentre nel resto d'Italia vengono utilizzati come contorno o come farcitura di focacce.

Nella regione tedesca del Baden-Württemberg più del 90% della produzione di topinambur viene utilizzata per produrre un liquore chiamato "Topi" o "Rossler". I tuberi vengono lavati ed essiccati in forno e poi fatti fermentare, distillando infine il liquido alcolico ottenuto. Il "Topi" è considerato un digestivo ed è anche utilizzato contro la diarrea o i dolori addominali. Ha un aroma piacevolmente fruttato che sa lievemente di nocciola, con una piacevole nota terrosa (da Wikipedia).

E' molto ricco di inulina (un oligosaccaride  a basso indice glicemico) e questo lo rende indicato per le persone diabetiche in quanto l'inulina funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione all'amido) indipendentemente dall'insulina.
Il topinambur passa per lo stomaco e il primo tratto dell'intestino senza venire digerito, ha poche calorie ed è ricco di sali minerali e in particolare potassio, magnesio, fosforo e ferro come pure di selenio e zinco.
Si dice inoltre che riduce il colesterolo e stabilizza la concentrazione del glucosio nel sangue e dell'acido urico. cosa volere di più?

Ma ecco la mia ricetta, un primo piatto da leccarsi i baffi!


Ingredienti per 4 persone

250g di spaghetti
600g di topinambur
60g di ricotta
25ml di olio evo
150g di speck
sale
pepe nero








Pelare i topinambur, tagliarli a tocchetti e metterli in una pentola  che li contenga giustamente, coprire con acqua fino a 1 dito sopra, salare poco e far lessare (Ho impiegato circa 20 minuti, ma dipende dalle dimensioni dei tocchetti).
Mettere nel boccale del frullatore ad immersione, unire la ricotta e frullare aggiungendo a filo circa 15 ml di olio evo. Aggiustare di sale e pepe.
Cuocere la pasta ina abbondante acqua salata e nel mentre scaldare l'olio in una larga padella, aggiungere lo speck tagliato a cubetti e saltare un paio di minuti.
Scolare la pasta e condirla con lo speck.
Servire gli spaghetti sulla crema di topinambur dopo aver spolverato con una macinata di pepe nero.

Ecco le altre idee:

Gratin di topinambur e parmigiano di Carla Emilia

Risotto con topinambur e nocciole al profumo di limone di Daniela

Filetti di merluzzo su crema di topinambur con nocciole e arancia di Maria Grazia

Topinambur al forno con paprika e olive di Milena

lunedì 11 marzo 2019

Ceci al curry con spinaci e latte di cocco


Oggi a Light and Tasty si parla di ceci.

I ceci sono dei legumi gustosi, salutari e dal sapore delicato, molto versatili in cucina, crescono da una pianta erbacea (Cicer arietinum) della famiglia delle Fabacee, il nome latino “cicer” deriva dal greco kikis e significa forza, energia e vigore, in riferimento alle sue proprietà energetiche.
Ricchi di vitamine e sali sono utili per controllare il livello del colesterolo e della glicemia, riducendo il rischio di diabete, sono un ottimo alimento diuretico e favoriscono l’eliminazione dei sali presenti in eccesso nell’organismo.
Mangiare ceci aiuta le persone che soffrono di anemia ad aumentare il livello di ferro, che è uno dei principali componenti del legume. Grazie al contenuto di potassio, migliorano la circolazione, regolano la pressione arteriosa e sono particolarmente indicati per chi soffre di ipertensione, malattie del cuore e obesità, insomma un vero toccasana!

Unico neo è la preparazione, prima di cuocerli si deve lasciarli in ammollo a temperatura ambiente per circa 10-12 ore, quelli neri anche 24 ore, trascorso questo tempo, si devono scolare e risciacquare bene sotto l’acqua. Si mettono poi in una pentola capiente riversando sopra i ceci acqua in abbondanza, non aggiungere sale perché potrebbe indurirli, cuocere i ceci a fuoco basso, senza coperchio, per circa 60-75 minuti, aggiungendo il sale solo alla fine.

Per questo appuntamento ho pensato di preparare questa zuppetta, che avevo letto tempo fa su una rivista e mi ero appuntata il tutto, naturalmente ho diminuito le spezie (erano molte di più!).
E' stata una bella sorpresa, un gusto pieno, leggermente speziato che ha convinto proprio tutti anche i più sospettosi (mio marito in primis!).
Ma ecco la ricetta!






Ingredienti per 2 persone

250g di ceci cotti
200ml di latte di cocco
50g di spinaci fresci
1 cucchiaio di curry
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
1 scalogno
2 cucchiai di olio evo
sale




Rosolare nell'olio lo scalogno tritato, unire i ceci, insaporire con il curry allungare con 100ml di acqua e il concentrato di pomodoro.

Cuocere per 15 minuti.

Aggiungere gli spinaci freschi e il latte di cocco, lasciare cuocere ancora 10 minuti e aggiustare di sale.

Servire tiepido



Ecco le altre proposte:

Cavatelli con ceci e cozze   di Carla Emilia

Hummus di ceci col Bimby di Cinzia

Farinata di ceci con i pinoli  di Daniela

Insalata tiepida di ceci, vongole e pomodori datterini  di Maria Grazia

Riso integrale, ceci e crema di porro alla curcuma  di Milena

domenica 10 marzo 2019

Cotolette di gamberi (Ebi katsu) per Quanti modi di fare e rifare


La rubrica Quanti modi di fare e rifare si trasferisce in Giappone, a trovare la nostra cara amica Anna, e a cucinare tutti assieme un piatto tipico - Ebi Katsu- ovvero delle cotolette di gamberi.
E' un piatto popolare, che piace tanto a tutti, ma soprattutto ai bambini, grazie al  sapore delicato e alla croccantezza della superficie
Ecco qui la ricetta di Anna, con qualche leggera variante e qui invece trovate l'originale.
Ero curiosa di provarla, già lo scorso anno, quando era stata pubblicata avevo commentato favorevolmente, è stat quindi una bella sorpresa trovarla indicata nel calendario di quest'anno.
Ho dovuto variare certi ingredienti, qui da noi sono introvabili, ma il gusto è eccezionale ed è stato un piacere cimentarsi in piatto così particolare.
Inoltre è possibile recuperare i gusci dei gamberi e preparare una bisque, che potete conservare anche in freezer, utile ad arricchire i nostri primi piatti di mare!
Ma passiamo alle mie cotolette..


Ingredienti
Per 2 persone

per le cotolette
200g di gamberi sgusciati (da 500g di mazzancolle)
125g di ricotta
1 carota piccola
 prezzemolo tritato
2 cucchiai di fecola di patate
1 cucchiaio di maionese
2 cucchiai di pangrattato
2 cucchiaini di salsa worcester
sale

per friggere
olio di semi per friggere
1 uovo
1 cucchiaio di farina
pangrattato


In una padella con un cucchiaio di olio cuocere i gamberi per 3-4 minuti, toglierli dal fuoco, sgusciarli e rimuovere il filamento nero posto sul dorso.

Mantenere i gusci e le teste potranno servirvi per preparare una bisque!).
Tagliare grossolanamente metà dei gamberi, tritare a coltello la restante parte.

Mettere tutto in una ciotola con la carota grattugiata, il prezzemolo la ricotta e tutti gli altri ingredienti.

Mescolare con cura e dividere in 4 parti a cui si darà la forma di cotolette.

Mettere in una ciotola l'uovo, la farina e amalgamare con una frusta, passare in questo composto e poi nel pane grattugiato (è possibile fare la doppia panatura).

Se l'impasto fosse morbido (il mio non lo era)  si consiglia  di passarle prima nel pangrattato, poi nell’uovo e di nuovo nel pangrattato.

Friggerle da entrambi i lati, in abbondante olio a 180°C, fino a doratura.

Farle sgocciolare su carta assorbente.

Servire  con insalata verde e salse come maionese o salsa rosa (sono ottime se intinte!) .






Con questa ricetta partecipo alla rubrica  Quanti modi di fare e rifare

venerdì 8 marzo 2019

Panna cotta ai lamponi


La panna cotta un dolce al cucchiaio che potremmo definire "evergreen", da che mi ricordo in casa si è sempre preparato e devo ammettere che la ricetta di famiglia è super!
Purtroppo la preparo di rado, di solito quando abbiamo dei BBQ in estate e posso preparare con anticipo tanti bicchierini con topping diversi a seconda del gusto.
E' infatti un dolce versatile, è sufficiente cambiare la salsa e il gusto vira completamente!
Proprio qualche giorno fa mi sono resa conto che non avevo mai pubblicato la ricetta e così fo pensato di prepararla come dolce domenicale e fare la foto di rito!
Ecco la mia ricetta supercollaudata!






Ingredienti per 4-5 porzioni

250ml di panna da montare
75ml di latte
1 cucchiaio colmo di zucchero
6g di colla di pesce
3 cucchiai di marmellata di lamponi
3 cucchiai di maraschino
scorza di limone non trattato (un pezzetto)


Mettere la colla di presce ad idratare in acqua fredda per almeno 10 minuti.
Versare panna, latte, scorsa di limone e zucchero in un polsonetto, scaldarlo a fuoco dolce mescolando delicatamente portandolo quasi a bollore (circa 80°C -NON far bollire). Questo passaggio serve a sciogliere lo zucchero e aromatizzare la panna. Quando la colla di pesce è ben idratata, strizzarla e unirla alla panna calda, dopo aver tolto la scorzetta di limone. Mescolare bene, togliere dal fuoco e continuare a mescolare per qualche minuto, dispensare poi nei bicchieri di servizio.
Mettere in frigo per almeno 6 ore. Solo dopo il raffreddamento, scaldare la marmellata con il liquore equando raggiunge una consistenza liquida, cospargerla sulla superficie di ogni bicchiere. Raffreddare e servire.

lunedì 4 marzo 2019

Muffin di mele e mandorle di Nigella


Oggi  a Light and Tasty si parla di mela!!!
Un frutto sempre presente nel mio portafrutta perchè salutare, poco calorico e buonissimo, ma quando qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa riflessione, ho avuto qualche dubbio, così la giro a voi!


A parte gli scherzi... ecco la mia produzione con questo favoloso frutto!
Ho pensato a dei muffin, ideali per la colazione o anche per una merenda veloce.
Ho recuperato una ricetta di Nigella, perchè mi sembrava leggera e molto semplice da preparare, effettivamente è stato un successo.
Sono ottimi appena sfornati e rimangono morbidi fino a 3giorni (di più non sono riuscita a mantenerli!).
Ho evitato di fare la glassatura, giusto per ridurre un poco le calorie, ma questa ricetta è da rifare assolutamente, ve la consiglio!



Ingredienti per 12 muffins

2 mele
250g  di farina autolievitante
2 cucchiaini di cannella
125g di zucchero di canna
75ml di miele
60 ml di yogurt
125ml di olio di riso
2 uova
75 g di mandorle




Preriscaldare il forno a  180 ° C e preparare la teglia da muffins mettendo i pirottini nelle postazioni.

Sbucciare le mele tagliare a dadi piccoli  e metterle da parte.

Setacciare la farina e unire il lievito. Tritare grossolanamente le mandorle (io le preferisco ben tritate) e aggiungerle al composto di farina.

In un'altra ciotola sbattere con una frusta lo zucchero di canna , il miele, lo yogurt, l'olio  e le uova.

Ora miscelare gli ingredienti bagnati (il composto con le uova) con quelli asciutti (farina e mandorle), aggiungere la mela  e mescolare, ma non eccessivamente (ricordarsi che una pastella grumosa produce un muffin più leggero).
Versare questa pastella  nei pirottini da muffin.

Cuocere per 20 minuti funzione lievitati.

Sfornare, lasciare riposare per circa 5 minuti prima di estrarre delicatamente i muffin e posizionarli su una griglia a raffreddare.



Ecco le altre proposte:

Fagottini di maiale con fegatini e mele di Carla Emilia

Apple pie vegan col Bimby di Cinzia

Cestini  di mela con cavolo rosso di Daniela

Mele in pastella al forno  di Maria Grazia

Torta di mele light di Milena 

sabato 2 marzo 2019

Torta di tagliatelle emiliana


Oggi a L'Italia del piatto si festeggia la primavera!
Nonostante la data non sia quella corretta (mancano ancora una ventina di giorni), le temperature e il tempo, qui al nord,  sono davvero primaverili, le giornate solo soleggiate e le aiuole fiorite... cosa volere di più?
Quindi andiamo a deliziarsi con un dolce, che nel mio caso è una torta della tradizione, la torta di tagliatelle emiliana, chiamata anche torta ricciolina.

La Torta di tagliatelle è un dolce tipico della tradizione emiliana. E’ molto conosciuta nei paesi dell’Appennino Tosco-Emiliano, a Bologna , a Ferrara, ma anche nella provincia di Mantova, dove viene preparata però senza il guscio di frolla.
E' una torta antica, pare che abbia origini rinascimentali e che le “tagliatelle fini” che ne decorano la superficie non siano altro che un omaggio alla bionda chioma di Lucrezia Borgia, signora del Castello Estense di Ferrara per quasi un ventennio.

Ha una base di pasta frolla e un ripieno di mandorle, zucchero, canditi e tagliatelline fresche di pasta all'uovo, che la rendono particolarmente croccante. Viene poi bagnata con il liquore, proprio appena sfornata.
La mia ricetta è tratta dal libro "Pane e roba dolce" delle Sorelle Simili, ho fatto qualche variante nelle dosi del ripieno, che mi sembrava eccessivo per una torta di quelle dimensioni e ho sostituito il rum, con la Sambuca, liquore a base di anice, proprio come il Sassolino, liquore tipico di queste zone.



Ingredienti
Per la pasta
250g farina
80g zucchero a velo
100g di burro
2 tuorli d'uovo
1 pizzico di sale

Per le tagliatelle
100g di farina
1 uovo intero

Per la farcia
150g di mandorle
100g di zucchero
50g di burro
40g di arancia candita (o cedro)
1 limone non trattato (solo scorza)
1/2 cucchiaio di cacao
100 ml di Sassolino (o Sambuca)


Preparare la frolla:
togliere il burro dal frigo, tagliarlo a tocchetti e sfregarlo con la farina (mai il burro da solo, sempre con la farina), con il movimento simile a quello che si fa per indicare i soldi.
Quando il composto risulterà sabbiato, aggiungere lo zucchero, i tuorli e il sale. Impastare velocemente e non appena è amalgamato avvolgerlo in una pellicola e metterlo in frigo per almeno 1 ora.


Preparare le tagliatelle: impastare la farina con il tuorlo, quando risulta ben amalgamato, lasciare riposare 30 minuti. Sfogliare con la macchina della pasta o con il matterello, tagliare poi, tante tagliatelle sottili. Dividerle in tre parti simili.

Preparare la farcia: tritare le mandorle con lo zucchero, unire poi i canditi tritati, il cacao e la scorza grattugiata del limone. Dividere in tre parti.

Con la frolla foderare una teglia da 22cm di diametro, forare il fondo con la forchetta, cospargere con una parte di tagliatelle, una parte di farcia, e qualche fiochetto di burro. Procedere così alternando gli strati, finire con i fiocchi di burro e una leggera spolverata di zucchero semolato.

Cuocere in forno già caldo a 180°C per 30-35 minuti.
Appena tolto dal forno irrrorare con il liquore.

Servire freddo dopo aver cosparso zucchero a velo.



Ecco i dolci delle altre regioni d'Italia:


Valle d’Aosta: Reblec et loufies (Crema di formaggio e mirtilli)
Piemonte: Risòle                                                                              
Lombardia: Tortelli di San Giuseppe                                               
Trentino: Osterzopf treccia dolce di Pasqua                                    
Friuli-Venezia Giulia: Presnitz triestino 
Veneto: Torta delle Rose di Valeggio 
Emilia Romagna:  Torta di tagliatelle emiliana
Liguria: Torta con uvette e pinoli                                        
Toscana: Crostata di ricotta e Alkermes
Umbria: Crostata con farina di roveja e marmellata di arance
Lazio: Crostata di ricotta e visciole
Abruzzo:  Crostata di Ricotta 
Molise: Torta di mandorle molisana                                                                                                       
Campania: Caprese al limone e cioccolato bianco
Puglia:  Pizzo Palumbo
Basilicata: Torta di ricotta lucana                                                                                                           
Calabria: Cicerata di San Giuseppe                                                                                                        
Sicilia: Sfinci di San Giuseppe                                                                                                                
Sardegna:  Torta Pardula 

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