lunedì 30 gennaio 2017
Pudding ai semi di chia con frutta fresca e noci
Oggi a Light and Tasty, si parla di frutta secca, sicuramente un alimento dalle proprietà benefiche davvero impensabili, unico neo sono la quantità di grassi e quindi di conseguenza anche le calorie.
Da sottolineare però la presenza abbondante in percentuale di acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi, ideali per a combattere il colesterolo.
Inoltre presenta anche molte vitamine, specialmente la A e la E; ci sono molti sali minerali, come il potassio, il fosforo, il magnesio, il calcio e lo zinco.
Le noci, le nocciole, ma soprattutto le mandorle, sono ricche di ferro.
Elevato è anche il quantitativo di fibra, per questo sono considerati veri e propri antidoti per la stitichezza.
La fibra contenuta nella frutta secca riesce a limitare anche l’assorbimento del colesterolo e, poiché è un cibo ricco di omega 3 e omega 6, aumenta i livelli di grassi “buoni” nel sangue.
Può essere un toccasana per il benessere dei capelli, perché è ricca di zinco. Questo minerale favorisce la ricrescita, perché è implicato nella sintesi degli androgeni coinvolti proprio nella crescita del capello.Ideale sarebbe un consumo limitato tipo un paio di noci al giorno, ma continuo, così potremmo davvero considerarlo un medicinale!
Per oggi ho riportato una ricetta di dessert un po' diverso, l'avevo letto tanto tempo fa su un giornale di un supermercato e mi aveva colpito, tanto che lo provai subito, all'assaggio era stato promosso, in superficie avevo inserito della marmellata, oggi ho provato con frutta fresca e secca.
La base è sempre quella semi di chia e latte di mandorle e poi il topping può essere quello che a voi piace di più!
Due parole sui semi di chia, che magari non tutti conoscono, sono i semi della Salvia hispanica. Sono considerati degli alimenti funzionali proprio per i loro benefici, prima di tutto favoriscono il senso di sazietà, sono ricchi di acidi grassi polinsaturi, sono fonte di calcio e aiutano a regolare i livelli di zucchero nel sangue.
Importante è il consumo a crudo per poter godere al massimo delle loro proprietà.
Ingredienti (per 2 persone)
200ml di latte di mandorle
4 cucchiai di semi di chia
2 kiwi
1/2 arancia
4 noci
Dosare i semi di chia in un bicchiere, coprire con il latte e mescolare.
Mettere in frigorifero per una notte.
L'indomani, versare nei bicchieri da portare in tavola, decorare con cubetti di kiwi e polpa di arancia pelata a vivo.
Decorare con gherigli di noce interi e tritati grossolanamente.
Servire a temperatura ambiente.
Ecco altre proposte
Pollo alle noci di Carla Emilia del blog Un'arbarella di basilico
Cinzia
Banana muffins con noci del Brasile di Consuelo del blog I biscotti della zia
Maiale con mandorle e prugne col Bimby di Cinzia del blog Cinzia ai fornelli
Yogurt con frutta secca e cereali di Daniela del blog Mani in pasta qb
Cavolini di Bruxelles spadellati alle noci di Eva del blog In cucina da Eva
Biscotti friabili alla frutta secca di Milena del blog Dolci e pasticci
sabato 28 gennaio 2017
Pizza di scarola ... cotta o cruda?
Sono anni che desidero assaggiare la pizza di scarola, piatto tipico della cucina campana, cucinato soprattutto nel periodo natalizio, ma non ne ho mai avuto l'occasione.
La scorsa settimana mi ritrovavo dal mio solito fruttivendolo, quando intravidi della scarola bellissima, grandi cespi bianchi, dalle foglie turgide, che già alla vista sembravano "crocchiare".
Ho pensato subito alla pizza, ed eccomi a cercare sul web una ricetta possibile, ne trovo diverse con la scarola passata in padella, ma un caro amico, Pasquale, la presenta cruda e condita il giorno precedente in modo da farle perdere l'acqua di vegetazione. Le provo tutte e due e sinceramente non saprei quale scegliere, quella cruda lascia la scarola più croccante e piacevole al palato, la versione cotta, avendo rosolato la scarola con le acciughe ha un gusto più omogeneo.
Promosse entrambi!
Ingredienti
550g di farina di tipo 1
7g di lievito di birra
280ml di acqua
1 pizzico di zucchero
1 cucchiaino raso di sale
1 cespo grande di scarola (o 2 piccoli)
50g di olive nere
2 cucchiai di capperi dissalati
5 noci
5 acciughe sott'olio
2 cucchiai di uvetta sultanina ammollata
25g di pinoli
4 cucchiai di olio evo
sale
1 uovo
30ml di latte
Preparazione farcia a crudo
La sera prima lavare e mondare la scarola.
Aggiungere olio evo e sale, mescolare bene con cucchiai grandi o anche con le mani, in modo che tutte le foglie risultino ben condite.
Mettere in una ciotola, posizionare sopra un piatto più piccolo e posizionare un peso in modo da far uscire l'acqua di vegetazione dalla scarola. Lasciare una notte a riposare.
il giorno successivo scolare bene, con l'aiuto di uno scolapasta, unire poi, olive, capperi, noci e pinoli, uvetta ammollata e le acciughe a pezzetti.
Preparazione Farcia cotta
Mondare e lavare la scarola, scaldare l'olio in una larga padella, aggiungere le acciughe, in modo che si sciolgano, unire la scarola, aggiustare di sale.
Saltare per 10-15 minuti. Spegnere il fuoco e aggiungere le olive, i capperi l'uvetta ammollata con le noci e i pinoli. Far raffreddare.
Preparazione Impasto:
sciogliere il lievito di birra in 100ml di acqua alla temperatura di 30°C circa.
Miscelare alla farina lo zucchero, bagnare con l'acqua e lievito, aggiungere sempre impastando il resto dell'acqua. Quando l'impasto risulta ben incordato, aggiungere il sale e proseguire ad impastare fintanto che risulterà ben liscio, almeno una quindicina di minuti.
Lasciare lievitare per almeno due ore.
Riprendere l'impasto e dividerlo in 2/3 e 1/3.
Tirare con le mani i due terzi in modo da ricoprire una teglia di 29cm di diametro, lasciando un leggero cordone attorno.
Lasciare lievitare la teglia e il resto dell'impasto (1/3) per un'oretta.
Passato il tempo forare la base con una forchetta, ricoprire con la farcia, tirare la pasta rimanente in modo da ricoprire, sigillare tutt'attorno facendo un cordoncino ben saldo.
Spennellare la superficie con uno sbattuto di uovo e latte.
Cuocere a forno ben caldo, 220°C, per 18-20 min. controllare la superficie.
Far riposare 4-5 minuti a temperatura ambiente prima di servire.
mercoledì 25 gennaio 2017
Ciambella cioccolato e rum con fornetto versilia
La colpa è sua, solo sua!
Tutte le volte che passavo di là, trovavo sempre dei ciambelloni bellissimi, l'acquolina aumentava davanti alle sue foto e la lista ricette salvate era sempre più lunga.
Così mi sono decisa a comprare l'ennesima pentola, non avrei voluto ma Laura mi ha costretta!
A parte gli scherzi, l'ho acquistata proprio per provare questi ciambelloni, adatti alla colazione ma anche alla merenda e fine cena informale con un zabaione superalcolico come accompagnamento, in fondo per noi piacentini "Al buslan" è il dolce tipico.
Questa ciambella è proprio buonissima (qui la sua ricetta), sia con la granella sopra sia senza, l'ho già rifatta diverse volte, ma il successo è assicurato. Unica avvertenza, dopo i primi minuti a fuoco alto è abbassare la fiamma il più possibile e tenere il tutto coperto senza aprire per almeno 45 minuti.
Quindi, cosa aspettate, correte ad acquistare il fornetto Versilia, detto anche Petronilla, non se ne può fare a meno!
Grazie Laura, di cuore!
Ingredienti (diam. 25cm)
400 gr farina 00
270 gr zucchero
4 uova
175 ml olio di riso
175 ml latte
40 ml rum
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito vanigliato
33 gr cacao amaro
1/2 bacca di vaniglia
Granella di zucchero (a piacere)
In una terrina sbattere le uova intere con zucchero usando il frullino fino ad ottenere un composto spumoso (se si esagera, ad esempio in quella senza granella ho portato il composto a 37°C per montare meglio, la ciambella poi tenderà ad esplodere in superficie mancando di uniformità, la bontà però non varia).
Unire la farina setacciata con il lievito, dopo averla setacciata, il sale e i semini di mezza bacca di vaniglia, alternando con il latte, l’olio e il Rum.
Amalgamare bene e dividere l’impasto in 2 parti (2/3 e 1/3).
Nell'impasto di quantitativo minore, aggiungere il cacao amaro, e qualche cucchiaiata di latte in modo da renderlo della densità simile all'altro, mescolare bene.
Versare l’impasto bianco nella Petronilla, dopo averla ben imburrata ed infarinata (togliere la farina in eccesso, ribaltandola), poi versare a cucchiaiate l’impasto al cacao e con l’aiuto del manico di un mestolo di legno create l’effetto marmorizzato (non una forchetta l'effetto sarebbe diverso). Spolverare la superficie con granella di zucchero e cuocere.
Per il Fornetto Versilia: mettete il rompi fuoco del fornetto sulla fiamma media, scaldarlo bene, mettere circa 20ml di acqua e poi appoggiare il fornetto, mantenere per 4 minuti la fiamma alta poi abbassare e continuare per 60 minuti.
Fare sempre la prova stecchino, che deve uscire senza pasta attaccata, ed evitare di togliere il coperchio per almeno 45 minuti.
Fare sempre la prova stecchino, che deve uscire senza pasta attaccata, ed evitare di togliere il coperchio per almeno 45 minuti.
Far raffreddare prima di sfornare.
lunedì 23 gennaio 2017
Radicchio alle nocciole
Questa settimana a Light and Tasty si parla di radicchio.
Il radicchio è un ortaggio ideale per chi è a dieta ipocalorica, infatti è molto povero di calorie:18 kcal su 100g. Tutte le varietà sono ricche di acqua, che costituisce circa il 90% del peso, e poi una piccola quota di proteine e carboidrati,niente grassi e invece tanti sali e soprattutto una buona dose di fibra alimentare.
Il radicchio è ormai presente tutto l’anno, questo anche grazie alle tante varietà presenti, ma facciamo un riassunto delle diverse varietà, dai colori e dalla forma molto diverse, ma accomunate dalla consistenza, tutti molto croccanti e dal gusto più o meno delicato, ma dal retrogusto amarognolo.
Ecco le varietà di radicchio più diffuse:
il radicchio rosso di Verona IGP precoce, caratterizzato da un cespo ovale allungato, chiuso e dalle dimensioni piuttosto contenute;
il radicchio rosso di Verona IGP tardivo, si raccoglie nei mesi più freddi e ha cespi più grossi del precoce;
il radicchio di Chioggia IGP, nelle qualità precoce e tardiva, è caratterizzato da cespi tondi di colore rosso poco intenso e con nervature centrali molto evidenti;
il radicchio Variegato di Castelfranco IGP, caratterizzato da cespi tondi aperti con foglie variegate di color bianco crema, screziate di rosso più o meno intenso, il gusto è piuttosto delicato rispetto alle altre varietà;
il Radicchio Rosso di Treviso IGP precoce, che si presenta con un cespo voluminoso, chiuso di forma allungata, rosso intenso e con nervatura centrale molto accentuata;
il Radicchio Rosso di Treviso IGP tardivo, considerato, a ragione, il re di tutti i radicchi, si presenta con foglie con costola dorsale molto evidente e parte apicale rosso vinoso intenso tipicamente arricciata (elenco varietà preso da qui).
Personalmente ho utilizzato quello di Chioggia dal gusto molto deciso, forse era meglio un radicchio di Verona o di Treviso precoce, in ogni caso la presenza del miele arrotonda il gusto rendendolo piacevole.
Provateci, è una ricetta veloce e ideale da abbinare a tutti i tipi di carne.
Ingredienti per 2 persone
1 cespo di radicchio
2 cucchiaini di olio evo
6-7 nocciole
1 cucchiaino di miele
Affettare il cespo di radicchio così da formare "fette" ci circa 1/2 cm di spessore, scaldare una piastra dopo averla pennellata con olio evo.
Posizionale le fette di radicchio e grigliarle da entrambi i lati dopo aver salto con un pizzico di sale fino (aiutatevi con una spatola, altrimenti tenderà a rompersi).
Quando risulta ben grigliato alla vista, posizionarlo sul piatto di portata, condire con un giro leggero di olio extravergine d'oliva, qualche goccia di miele e una manciata di nocciole tritate grossolanamente.
Ecco le altre proposte:
Polpette con cavolfiore radicchio e quinoa di Carla Emilia del blog Un'arbanella di basilico
Frittata con radicchio rosso col Bimby di Cinzia del blog Cinzia ai fornelli
Insalata di radicchio rosso, pompelmo e noci di Consuelo del blog I biscotti della zia
Gratin di radicchio alla senape di Daniela del blog Mani in pasta qb
Uova affogate su crema di verdure di Eva del blog Eva in cucina
Crema di radicchio di Milena del blog Dolci e pasticci
venerdì 20 gennaio 2017
Crostata di mele con farcitura al panettone
Quando vedo una torta di mele rimango sempre incuriosita e la voglia di provarla spesso prende il sopravvento. In questo caso avevo proprio qualche fetta di panettone che gironzolava in casa già da qualche giorno, e questo era un'attenuante ulteriore.
Resta poi il fatto che questa torta l'ho vista da Valentina, e che questa ragazza sia una pasticcera provetta! Potevo non provarci? E no! anche perché sul risultato non avevo dubbi, lei è una garanzia! Anzi non avete mai visitato il suo blog? Be' è un'esperienza che ne vale la pena!, correte subito qui e ne rimarrete strabiliati.
Grazie Vale, una ricetta fantastica, a cui ho fatto qualche leggera modifica non significativa, ma che per correttezza l'ho dovuto ammettere.
Ingredienti
(stampo 12x36 cm)
Pasta frolla
250g di farina debole
2 tuorli
120g di zucchero semolato fine
scorza di un'arancia grattugiata
2 cucchiai di latte
Farcia
2 fette di panettone
3 cucchiai di confettura di albicocche
2 mele
cannella
2 cucchiai di zucchero di canna
scorza grattugiata di 1/2 arancia
gelatina alimentare neutra per torte
Preparare la frolla con il metodo classico: lavorare il burro temperatura ambiente con lo zucchero, utilizzando un cucchiaio fino a renderlo morbido, aggiungere la scorza, i tuorli , mescolare.
Unire per ultima la farina setacciata e impastare velocemente a mano, cercando di non scaldare l'impasto, con l'aiuto del latte, infatti avendo utilizzato solo tuorli, può risultare troppo asciutto.
Avvolgere con pellicola e mettere in frigo almeno 1 ora (io, una notte).
Preparare la farcia: affettare le mele e poi tagliarle a cubetti, spremere il limone e unire lo zucchero di canna, mescolare bene ed aromatizzare con scorza d'arancia e cannella.Lasciare macerare per 1 ora.
Passato il tempo di raffreddamento della frolla, riprenderla e renderla plastica impastando con le mani su un piano leggermente infarinato.
Stenderla con il mattarello dello spessore di circa 2 cm, foderare la teglia dopo aver imburrato, con gli avanzi preparare dei biscottini utili al decoro, che verranno messi in frigo.
Forare con i rebbi della forchetta la base della torta, fare uno strato leggero di marmellata sul fondo, cospargere con il panettone sbriciolato, ricoprire con le mele e il succo da loro prodotto.
Decorare la superficie con i biscotti.
Mettere in forno già caldo a 180°C per 25-30 minuti, dovrà risultare ben dorata.
Raffreddare prima di sfornare.
Con un pennello distribuire un velo di gelatina alimentare sulle mele in modo da renderle lucide. Cospargere un poco di zucchero a velo su biscotti e bordo.
Servire a temperatura ambiente.
mercoledì 18 gennaio 2017
Macaron al caffè e al cioccolato con fave di cacao
Questo mese quando Ilaria, la vincitrice - culattachion del mese di novembre del gioco MTC, ha proposto i macaron, ho avuto in un primo momento un simil-mancamento, poi ho cercato di apprezzare e mi sono ripresa - poteva essere importante riprovare a fare i macaron (ci avevo già provato qui), in modo da migliorarmi sempre più e riuscire a trovare una ricetta davvero perfetta.
Così ho iniziato a pensare a gusti e abbinamenti diversi e dopo aver riempito un blocchetto di appunti, sono arrivata alla decisione di provare gusti semplici, eliminando tutto quanto avevo scritto. Mi sono detta: prepara i gusti che vorresti assaggiare se ti trovassi davanti alla vetrina di un pasticcere parigino.
Così mi sono concentrata sulle mie passioni: caffè e cioccolato!
Per quanto riguarda i coloranti non mi sono addentrata, ho poco feeling e non li amo particolarmente, preferisco decorarli con qualche ingrediente della farcitura, e così è stato!
Ingredienti
150g zucchero al velo
150g farina di mandorle
110g albumi vecchi (almeno 3 giorni) – divisi in due ciotole da 55g l’una
150g zucchero semolato
50ml di acqua
caffè in polvere
fave di cacao tritate
Ganache al caffè
175g di cioccolato bianco a pezzetti
100ml di panna fresca
25g burro
1/2 cucchiaino di caffè solubile
Ganache al cioccolato
150 g di cioccolato fondente
100 g di panna fresca fresca
1 cucchiaio colmo di fave di cacao tritate
Preparare TPT
Tostare la farina di mandorle a 140°C per circa 10 minuti, tenendo aperto leggermente lo sportello del forno (attenzione a questo passaggio, la mia farina ha cambiato leggermente colore e ho dovuto ripartire da capo).
Miscelare la farina di mandorle con lo zucchero a velo, meglio con un mixer, azionando il tasto pulse, per evitare che si scaldi il prodotto.
Setacciare il prodotto per arieggiarlo al massimo, meglio sarebbe due volte (sì, lo so, è il passaggio più noioso, ma è assolutamente indispensabile!).
Incorporate i 55g di albume crudo al composto, utilizzando una spatola in silicone, amalgamare bene formando una pasta omogenea e compatta.
Preparare la meringa italiana: in un polsonetto dal fondo spesso mettere zucchero semolato e acqua, cuocere a fuoco medio e quando inizia a bollire controllare la temperatura con il termometro.
Quando la temperatura arriva a 115° simultaneamente si montano i rimanenti 55g di albume ad alta velocità.
Quando il termometro raggiunge i 118° versare lo sciroppo a filo sulla meringa (non ancora completamente montata) avendo cura di farlo scivolare sul lato della ciotola, continuare a montare per un paio di minuti, diminuire la velocità e proseguire ancora per circa 2-3 minuti.
Il composto si presenterà gonfio, lucido e bianchissimo.
Quando la temperatura della meringa sarà a 40°C, aggiungerla al composto di mandorle.
Macaronage
Macaronage |
Riempire il sac a poche dopo aver inserito una bocchetta diam 8mm, ed evitare che ci siano all'interno bolle (comodissime sono le tasche usa e getta trasparenti).
Pochage
Pochage |
Mantenendo la tasca verticale (attenzione è importante per evitare meringhe di spessore non omogeneo) posizionarsi a circa 2cm sopra la teglia, spremere formando dei bottoncini di impasto. Continuare sulle teglie fino ad esaurire l’impasto. Picchiettare delicatamente con la mano il fondo delle teglie in modo da uniformare i macaron ed eliminare eventuali bolle d’aria.
Cospargere con un colino il caffè in polvere sulla superficie dei gusci oppure le fave di cacao tritate.
Croutage |
Lasciare riposare i gusci a temperatura ambiente, da 30 minuti a 2-3h in base alla temperatura ambiente e all'umidità (io 1 ora). Questa operazione serve a creare una pellicola fine sui gusci, che diventa poi croccante in fase di cottura, l’umidità interna solleverà il guscio senza screpolarlo e alla base si formerà il classico collarino. Il guscio è pronto per la cottura quando toccandolo si sente la pellicola e il composto non rimane attaccato al dito.
Cottura
Infornare a 180° per i primi 3 minuti fino a che si forma il collarino e il macaron si solleva leggermente, poi abbassare la temperatura a 140°C e cuocere per ulteriori 12 minuti (tempi indicativi, questi sono ottimali per il mio forno).
Cottura |
Staccare i macaron lentamente e con l’indice creare un piccolo avvallamento che permetterà una farcitura più abbondante. Lasciare i gusci con la parte “piatta” rivolta verso l’alto.
I vostri macaron sono pronti per essere farciti(si possono conservare in frigorifero fino a 48h o congelarli).
Farcitura
Farcitura |
Preparare la ganache al caffè:
scaldare la panna in un pentolino a fondo spesso, quando sarà ben calda ma non bollente, inserire il caffè solubile, sciogliere e poi versare sul cioccolato tritato fine, mescolare accuratamente fino ad ottenere un composto omogeneo, per ultimo unire il burro. Raffreddare a temperatura ambiente.
Preparare la ganache al cioccolato:
scaldare la panna in un pentolino a fondo spesso, quando sarà ben calda ma non bollente, versare sul cioccolato tritato fine, mescolare accuratamente fino ad ottenere un composto omogeneo, per ultimo unire le fave di cacao tritate. Raffreddare a temperatura ambiente.
Con questa ricetta partecipo alla 62 esima sfida MTC
lunedì 16 gennaio 2017
Fregola pilaf con carciofi e salsa piccante
Oggi a Light and Tasty si parla di carciofi, un ortaggio di stagione, vera e propria miniera di principi attivi.
Hanno pochissime calorie, molte fibre, oltre ad una buona quantità di minerali (quali calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio).
Pare che posseggano proprietà regolatrici dell’appetito, hanno un effetto diuretico e abbassano colesterolo, diabete, pressione arteriosa.
Hanno la capacità di stimolare il fegato, infatti sono considerati disintossicanti, e addirittura capaci di dissolvere i calcoli, fortificare il cuore e contribuire alla purificazione del sangue.
Sono un vero toccasana e adesso che si trovano freschi da fruttivendolo non lasciamoceli scappare.
In Italia sono coltivati soprattutto in Sardegna e la raccolta, avviene principalmente tra il mese di novembre e quello di aprile.
Ma sapete come mondarlo?
Prima di tutto si taglia il gambo in eccesso e si ripulisce dalla parte esterna dura e legnosa (ma l'interno si lascia ed è pure molto saporito), poi si tolgono tutte le foglie esterne, le più coriacee, si tagliano le parti spinose e infine si apre e si toglie la barbetta centrale (ammesso che ci sia!). Ora è pronto per essere tagliato in 4-8 spicchi, a seconda della dimensione.
Ma passiamo alla ricetta: ho voluto riprovare questa deliziosa ricetta provata lo scorso anno ma mai pubblicata, la mia fonte è Yotam Ottolenghi, e la ricetta l'ho tratta da qui, mi aveva incuriosito la cottura pilaf della fregola e poi invece all'assaggio mi aveva colpito l'equilibrio dei gusti in questo piatto. Davvero ottimo! Grazie ragazze dello Starbooks, ci donate sempre ricette da sballo!
Ingredienti per 4 persone
300 g di cuori di carciofi
2 cucchiai di succo di limone
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
2 cipolle medie affettate finemente
20 g di burro non salato
250 g di fregola
600 ml di brodo vegetale
1 1/2 cucchiaio di aceto di vino rosso (io di mele)
60 g di olive di nere
60 g di mandorle a lamelle tostate
10 g di prezzemolo tritato
sale e pepe nero
Per la salsa piccante
3 peperoncini verdi piccanti
1 spicchio d'aglio tritato
1 piccolo limone sotto sale, tagliato grossolanamente (circa40 g, io scorza di 1 limone)
1 cucchiaio di succo di limone
30 g di prezzemolo, tritato.
Preparare la salsa: tritare l'aglio, mondare i peperoncini, grattugiare la scorza di limone (se aveste il limone sotto sale sarebbe meglio). Mettere tuti gli ingredienti nel frullatore, azionare fino ad ottenere un impasto grossolano, che si può rendere più fluido con il succo di limone e un poco di olio.
Tenere da parte.
Preparare il brodo vegetale: mettendo a bollire in 1 litro di acqua 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 patata e 1 piccola cipolla. Aggiustare di sale.
Preparare la fregola: affettare i carciofi, metterli in una pentola piccola, coprirli di acqua e aggiungere il succo di limone, cuocere per 10 minuti dal bollore.
Affettare sottilmente le cipolle, in una pentola con coperchio, scaldare l'olio, aggiungere le cipolle farle rosolare a fuoco basso, aggiungere anche un poco di acqua, per evitare che si brucino (diventerebbero amare), mescolarle spesso e non perderle di vista per una decina di minuti.
Unire poi il burro e aggiustare di sale e pepe. Nel frattempo, scolare i carciofi, salarli ed aggiungerli alle cipolle. Unire la fregola, mescolare bene e allungare con il brodo bollente.
Coprire con il coperchio e lasciare cuocere per il tempo indicato sulla confezione della fregola (io 10 minuti), mi raccomando non mescolare più! (attenzioni alle quantità sono precise e perfette!).
Finito il tempo, togliere dal fuoco la pentola e attendere ancora 10 minuti tenendola coperta.
A questo punto unire le olive affettate, l'aceto, le mandorle a lamelle e il prezzemolo.
Servire tiepido o freddo, con la salsa piccante.
Ecco altre idee interessanti e pure light!
Carciofi semplici stufati di Carla Emilia del blog Un'arbanella di basilico
Insalata di avena e avocado con carciofi croccanti di Consuelo del blog I biscotti della zia
Carciofi e patate di Daniela del blog Mani in pasta qb
Carciofi al verde di Eva del blog In cucina da Eva
Tagliata di pollo speziata con carciofi di Milena del blog Dolci e Pasticci
giovedì 12 gennaio 2017
Bon bon di pudding, ricetta di Nigella
Quest'anno a Natale per la prima volta nella mia vita ho assaggiato il classico Pudding di Natale inglese.
E' stata una piacevole scoperta, il gusto è ottimo e la consistenza magica, il bello poi è che l'ho preparato personalmente!
Diventerà una tradizione per la mia famiglia, è coinvolgente prepararlo, è come un viaggio verso il Natale, ha dei tempi da mantenere, la frutta essiccata deve macerare per un paio di giorni, la preparazione deve avvenire un mesetto prima, settimanalmente va coccolato con una spruzzata di rum (o altro liquore), insomma un cammino verso la festività, che comporta dedizione e passione, ma poi la soddisfazione è massima!
Se poi si riesce ad avanzare qualche pezzetto consiglio questa ricetta da riciclo,davvero speciale!
La sottoscritta in realtà ha tenuto da parte volutamente una parte per poterla provare, e ringrazio Elisa, di avermela fatta conoscere!
Qui la ricetta di Nigella.
Ingredienti (circa 20)
200g di Christmas Pudding
30ml di sherry (io maraschino)
75g di cioccolato fondente al 70%
1 cucchiaio di sciroppo d'acero
70g di cioccolato bianco
(io, 20g di burro di cacao)
Sbriciolare in una ciotola il pudding avanzato in modo da ottenere briciole, bagnare con il liquore.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente, dopo averlo ben tritato, aggiungerlo al composto e mescolare bene in modo da formare un impasto omogeneo.
Modellare con le mani delle palline grandi non più di una noce, metterle nei pirottini di carta, coprirli con pellicola e posizionarli in frigo per una notte.
Il giorno successivo sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco, io ho aggiunto anche il burro di cacao perchè risultava troppo compatto. Con l'aiuto di un cucchiaino glassare la superficie e decorare successivamente con codette colorate o zuccherini, oppure anche con canditi come si vede nel sito di Nigella.
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lunedì 9 gennaio 2017
Insalata di arance, ricetta marocchina
E' pieno inverno, le temperature sono abbondantemente sotto lo zero di notte, la neve ha imbiancato quasi tutto il centro-sud del paese e l'influenza sta dilagando.
E noi cosa possiamo fare in una situazione di emergenza simile?
Dobbiamo cercare di alzare le difese immunitarie, assumendo vitamina C!
E come? Facendo una scorpaggiata di arance, semplice! ;)
Quindi domani tutti dal fruttivendolo, facciamone una bella scorta e iniziamo a consumarle a volontà, è proprio per questo che abbiamo deciso di proporvi qualche idea in merito.
La mia ricetta, è presa da qui, appena letta mi è sembrata subito semplice e leggera, adatta a questa nostra rubrica, Light and Tasty, all'assaggio mi ha convinto ancor di più.
La consiglio non solo come fine pasto digestivo, ma anche come colazione vitaminaca, provatela un po'!
Ingredienti per 1 persona
1 arancia
2 datteri tritati
1 cucchiaio di mandorle a filetti
1 cucchiaino di pistacchi tritati
1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
Spellare al vivo l'arancia, tagliare le calotte (quella superiore e nferiore) in modo che il frutto rimanga ben fermo sul tagliere e poi con un coltello affilato passare tra la polpa e la pellicina bianca, in modo da asportarla completamente (è amara e quindi meglio che non ci sia!), operando dall'alto verso il basso a piccole sezioni. E' più difficile a spiegare che a fare!
Affettare poi come si preferisce, lasciando gli spicchi e togliendo quindi anche la pellicina interna o (come ho fatto io) formando tante rondelle.
Posizionare poi sul piatto da portata e cospargere con i datteri le mandorle e i piastacchi.
Irrorare con l'acqua ai fiori di arancio appena prima di servire!
Ecco le altre proposte
Filetti di orata agli agrumi di Carla Emilia del blog Un'arbanella di basilico
Granotto saraceno allo spumante, verza e profumo d'arancia di Consuelo del blog I biscotti della zia
Coppa allo yogurt e arance di Daniela del blog Mani in pasta qb
Lombo all'arancia di Eva del blog In cucina da Eva
Insalata di arance, finocchi e spinacini di Milena del blog Dolci e Pasticci
domenica 8 gennaio 2017
Christmas Pudding
Il Natale ormai è passato da un pezzo e pure l'Epifania, ma l'aria di festa ancora un po' si sente, dite la verità! Infatti fintanto che le scuole non iniziano, ci si sente un po' tutti ancora nelle vacanze di Natale, e proprio per questo, sul filo del rasoio (visto che domani i pargoli partono e saranno dolori svegliarli al mattino!), vi posto la mia ricetta natalizia di quest'anno.
Il vero Christmas Pudding inglese!
Sono riuscita nell'intento grazie a Roberta ed ad un gruppo su facebook, dove con la collaborazione e la condivisione di informazioni ed esperienze abbiamo prodotto questa meraviglia.
E' stata una bellissima esperienza, in tempo reale ci scambiavamo consigli mentre cucinavamo e ancor prima c'è stata la condivisione delle ricette e degli ingredienti. E si perchè Roberta si è resa disponibile ad importarci i veri "ingredienti inglesi", dal suet (grasso di rognone) e anche diversi canditi. Personalmente non ne ho approfittato (visto l'odio spropositato nei confronti dei corrieri, scusate è ma è proprio così!), ma la ringranzio ugualmente per la gentilezza. Ho utilizzato solo prodotti acquistati al supermecato, di qualità, ma prodotti commercializzati qua in Italia.
La preparazione deve avvenire un mesetto prima nel giorno definito,Sunday stir up, e poi il prodotto deve maturare, al fresco (io, nel mio secondo frigo), debitamente chiuso fino al giorno di Natale, non meravigliatevi, la cottura e il grado zuccherino, danno la possibilità a questo mantenimento, e poi volendo è possibile innaffiarlo con qualche cucchiaiata di rum (che disinfetta - scherzo) per aromatizzarlo e mantenere un poco l'umidità!
Si serve tiepido accompagnato da salse golosissime, in questo caso ho preparato una salsa al rum quella di Delia Smith (qui), con dose dimezzata. Questo dolce ha un sapore e una consistenza unica, è il mix di profumi e sapori del Natale, ma la consistenza è la vera carta vincente, morbido, avvolgente e profumato lo rende unico nel suo genere, lo ripeterò sicuramente!
Ma passiamo alla ricetta, ricordando che è consigliato l'uso del contenitore specifico, una ciotola di ceramica, con una scalfitura tutt'attorno utile a legare la cordicella che servirà per toglierlo dal bagnomaria bollente...ma ora vi spiego meglio!
Ingredienti
Per Stampo Mason Cash da 0,9 l (36's)
60 g di uvetta sultanina
60 g di uvetta di Corinto (io, mirtilli rossi e neri 30g e 30g)
40 g di datteri tagliati a pezzetti 40g
40 g di prugne secche a pezzetti 40g
80 g di uva passa bianca
50 g di canditi misti (io, albicocche secche)
50 ml di Brandy Cognac o Rum bianco (io, quest'ultimo)
100 g di suet o burro freddo di freezer e grattugiato con la grattugia a fori larghi
25 g di zucchero bianco
40 g di zucchero di canna scuro
1 uova
40 g di mandorle in scaglie
60 g di farina bianca (io farina autolievitante)
la buccia di mezzo limone grattugiata
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di mix di spezie
1 cucchiaino di lievito chimico (io l'ho omesso)
100 g di mollica di pane sbriciolata
1/2 mela grattugiata
1 cucchiaio di miele
25 ml di latte
Unire le varie uvette, i datteri, le prugne e tutte le frutte essiccate in una ciotola e aggiungere il liquore, coprire con pellicola e lasciare macerare in frigorifero per almeno 24 ore, un massimo una settimana.
In una capace ciotola, mescolate tutti gli altri ingredienti. Unire anche la frutta macerata con tutto il liquido.
Imburrare lo stampo e posizionare un cerchio di carta forno, della dimensione esatta del fondo (particolare utile poi quando si dovrà sformare.
Versare il composto nello stampo ben imburrato, pressandolo e livellandolo bene.
A questo punto è possibile mettere la monetina porta fortuna, lavandola bene e dopo averla avvolta nella carta forno (la tradizione vuole che chi troverà la monetina sarà fortunato).
Coprire con carta forno lasciando una piega nel mezzo in modo che il pudding si possa gonfiare un poco in cottura sopra un'altra copertura sempre con piega di allumino, legare la carda con spago da cucina ad di sotto del bordo dello stampo e creare un manico, utile ad alzarlo dal bagnomaria a fine cottura.
Cuocere a bagno maria per 5-6 ore, il fuoco deve essere basso, l'acqua sobbillire appena, mettere il coperchio e aggiungere uno strofinaccio tra coperchio e pentola in modo da mantenere l'ambiente umido.
Ogni due ore controllare il livello dell'acqua che deve essere circa a metà stampo.
Finito il tempo, togliere dal bagno, cambiare la copertura, lasciare raffreddare un'oretta e poi coprire con carta nuova e riporre in luogo fresco fino a Natale.
E' possibile bagnarlo con il rum ( 1-2 cucchiai ogni 7-10 giorni).
Prima di servire, scaldare nuovamente a bagno maria per un paio di ore.
Sformarlo ancora caldo, volendo è possibile fiammeggiarlo con rum o cospargerlo di crema calda, che verrà anche portata in tavola per chi ne vorrà aggiungere.
La ricetta della salsa la trovate qui, ho voluto provare ad aggiungere qualche pezzetto di cioccolato fondente al 75% e vi assicurp che ci stava un gran bene!
lunedì 2 gennaio 2017
Ragu di rigaglie
Buon Anno!!!
Anche quest'anno il primo post è dedicato alla cucina della tradizione italiana con la rubrica L'Italia nel piatto, l'argomento di oggi è il quinto quarto.
Cosa si intende per quinto quarto? sono i tagli della carne chei vengono ricavati dai quarti di bue, e cioè: le interiora o frattaglie e le parti meno nobili, come la testa, la coda e le zampe, lo stomaco, la lingua dei bovini. Naturalmente poi si può estendere anche alle stesse parti degli ovini, dei suinie volatili selvatici e da cortile.
Il loro uso gastronomico è molto antico sin dai tempi degli Etruschi, sino al Medioevo e al Rinascimento, fino alla cucina moderna di Escoffier e di Pellegrino Artusi nel suo libro "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene".
Oggi il quinto quarto è stato rivalutato anche dai grandi chef e forse per questo è sempre più "di moda", perchè diciamocelo anche la cucina segue temi e argomenti più in voga di altri.
Per l'Emilia Romagna avrei potuto proporre trippa cucinata in tutti i modi possibili, o anche fritti, sempre molto ambiti, invece ho voluto assaggiare questo sugo di rigaglie, tipico della Romagna, in cui è possibile trovare durelli, fegatini, cuori, rognoni, ma pur sempre di pollo.
Delizioso sia per il sapore sia per la consistenza, l'ho servito con la polenta in una fredda serata di dicembre, ricevendo complimenti da tutti i commensali, anche i più criticoni.
Questo sugo quindi risulta versatile, utilizzabile come condimento per delle tagliatelle fatte in casa, o come condimento di polenta o anche come secondo a cui abbinare un buon purè o patate lesse, vedete voi, come lo preferite!
Ingredienti
(per 2 persone, se servito con polenta)
(per 4 persone se utilizzato come sugo per pasta)
200g di rigaglie di pollo (io, solo durelli)
1 carota
1 costa di sedano
1 cipolla piccola
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
100ml di vino rosso secco
4 cucchiai di olio evo
sale e pepe
noce moscata
Preparare u n trito di cipolla, carota e sedano, scaldare l'olio in una pentola possibilmente di coccio, aggiungere le verdure, rosolare a fuoco basso per circa 5 minuti.
Unire i durelli tagliati in 3 parti, rigirandoli spesso per 2-3 minuti, sfumare con il vino rosso.
Aggiungere il concentrato di pomodoro e un bicchiere di acqua, lasciare cuocere con coperchio almeno 1 ora (io, 2 ore).
Aggiustare di sale e pepe, a piacere, aggiungere noce moscata grattugiata.
Ecco nelle altre regiona cosa si cucina...
Friuli-Venezia Giulia: Sope di gnòcs cul fiàt del blog Il piccolo Artusi
Lombardia: Rognone trifolato alla lodigiana del blog La kucina di Kiara
Veneto: Tajadele coi fegatini in brodo del blog Il fior di cappero
Emilia Romagna: Ragu di rigaglie qui
Umbria: Crostini con i fegatini di pollo del blog 2 Amiche in cucina
Lazio: Coda alla vaccinara del blog Tra fornelli e pennelli
Puglia: Ghiemerìedde del blog Breakfast da Donaflor
Sardegna: Sa Trattalia del blog Dolci Tentazioni d'Autore
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