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lunedì 30 aprile 2018

Ravanelli cotti in forno con miele, aceto balsamico e sesamo


Oggi a Light and Tasty si parla di ravanelli!

Il ravanello comune (Raphanus sativus) è una diffusa pianta edule, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, la specie può essere divisa in due varietà in base al tipo di radice: “tonda” o “lunga”.
Siccome poi questa divisione non è mai così netta gli orticultori introducono una diversa divisione della specie, più pratica per le loro esigenze, che dipende dal periodo di produzione:
”ravanelli di tutti i mesi” a varietà tonde e semilunghe;
”ravanelli a forzatura” a varietà tonde e semilunghe.
Per “forzatura" si intende una varietà capace di essere pronta all'uso dopo appena 20 giorni dalla semina. Raphanus sativus è una pianta di origine ignota (forse da qualche ibridazione antica).
I ravanelli presentano solo 11 calorie per 100 grammi. Sono composti per lo più di acqua; tra i nutrienti contengono ferro, fosforo calcio, vitamine del gruppo B, vitamina C e acido folico. Hanno proprietà diuretiche e depurative. Anticamente venivano usati come rimedio naturale contro la febbre.
La semina va da febbraio a luglio e da marzo possono essere consumati, visto che le crescite forzate avvengono in una ventina di giorni, ora siamo nel pieno della raccolta e quindi troverete dall'ortolano questo prodotto al meglio delle sue potenzialità, acquistatelo e inziamo a consumarli, sono veramente deliziosi!
Ho voluto provare a cuocerli, ed è stato una bella scoperta...a voi l'assaggio!







Ingredienti

1 mazzetto di ravanelli
2 cipollotti
1 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaio di aceto balsamico
sale
semi di sesamo






Lavare accuratamente i ravanelli dividere le foglie dala radice (le foglie possono essere utilizzate per un'insalata, ad esempio), affettarli, spessore circa 2-3mm e metterli in una pirofila da forno.

Mondare, lavare e affettare i cipollotti, aggiungerli ai ravanelli e mescolare.

Condire con sale e un'emulsione di olio, aceto e miele.

Cospargere di semi di sesamo e cuocere in forno già caldo (a 180°C) per 20 minuti.

Ottimi tiepidi, ma anche a temperatura ambiente.

Ecco le altre proposte

Zuppetta di patate e zucchine con yogurt greco e ravanelli  Carla Emilia 

Insalata di cous cous con ravanelli e ceci di Daniela

 Riso ravanelli e limone di Maria Grazia

Frittata al forno con foglie di ravanello e uova di anatra  di Milena:

 Insalata primaverile di Simona

venerdì 27 aprile 2018

Tartufi al sesamo per Il club del 27


Ed eccoci al 27 del mese con le ricette de Il club del 27 e un nuovo libro da recensire.
Questa è la volta di "Bringh it!" un libro di  Ali Rosen, che riporta un numero considerevole di ricette, tutte piuttosto semplici, ottimali per essere "trasportate" e quindi ideali per i pic nic o i party dove ognuno porta qualcosa di già pronto, così da condividere le fatiche di organizzazione e il buon cibo, non pesando troppo sulla padrona di casa.
Queste ricette vanno dagli antipastini ai dessert, ce ne è per tutti i gusti e scelte alimentari, per vegani, carnivori e vegetariani.
L'immagine può contenere: sMS e cibo
Banner di Mai!
Ogni ricetta include una nota intitolata "Come portarlo", per le istruzioni di riscaldamento e di trasporto, accorgimenti utili per presentare al meglio il piatto!

Ho scelto dei tartufi, piccoli cioccolatini a base di sesamo, tahina all'interno e semini all'esterno.
Questi dolcetti si presentano molto bene,  da servire con il caffè sono una vera leccornia e il cioccolato, si sa, piace sempre  a tutti...sono sicura che se li preparerete saranno un successo!

Unica nota, consiglio l'uso di cacao dolce, perchè il cacao amaro unito al cioccolato fondente rende il tutto troppo amaro... almeno per i miei gusti!


Ingredienti per 28 tartufi

70g di panna da montare
85g di cioccolato fondente al 70% tagliato a pezzetti
50g di cacao in polvere (dolce)
25g di burro
40g di tahini
100g di semi di sesamo




Scaldare la panna a circa 80°C.

Spegnere il fuoco e aggiungere il cioccolato, la polvere di cacao e il burro.

Mescolare fino a quando il cioccolato e il burro non si sono sciolti.

Incorporare la tahini e riporre in freezer per 15-20 minuti, mescolando ogni 5 minuti.

Quando risulta ben compatta, con l'aiuto di un cucchiaino dosare un quantitativo pari ad una noce, arrotolarlo con le mani umide  e poi rotolarle nei semi di sesamo.

Posizionarle in piccoli pirottini di carta e mettere in frigo fino a 10 minuti prima di servirli.

Per trasportarli consiglio una scatola di cartone ricoperta con carta di riso, è molto carina da portare in tavola al momento di servirle.

Ideali con il caffè a fine pasto!

Con questa ricetta e la tessera n. 31 partecipo a Il Club del 27,  #onlythebraves


mercoledì 25 aprile 2018

French toast con pomodorini agrodolci e feta


Anche questo mese partecipo al gioco delle Bloggalline, lo scambia ricette!
Sono stata abbinata al blog di Chiara, Ciliegine rosse, una meraviglia per gli occhi e per il palato, Tante bellissime ricette, dolci soprattutto, e anche post di bellissimi viaggi, andate a visitarlo una bellissima scoperta!
Ma ecco la ricetta che mi ha colpito, semplice, colorata e dal gusto fresco!
Infatti all'assaggio si è rivelato un piatto delizioso, molto fresco e piacevole, ideale per le serate estive in arrivo!
Ho variato solo il lime, con il limone; temo sempre che i lime siano trattati, venendo da distante e rimanendo in viaggio per diverso tempo, il limone invece era del mio giardino e quindi davvero sicura della genuinità del prodotto!
Ma ecco come l'ho interpretata...
Grazie Chiara!



Ingredienti per 4 persone

8 fette di pane in cassetta
100 ml di latte
2 uova
olio evo
scorza di 1 lime (io limone bio)

200 g pomodorini ciliegini
2 cucchiai d’olio evo
1 spicchio di aglio
10 g di zucchero di canna grezzo
15 ml di aceto balsamico di Modena

Mousse di feta
200 g di feta greca
100 g yogurt greco
30 ml di latte fresco

scorza di 1 lime (io limone bio)
feta
erba cipollina

Lavare i pomodorini, tagliarli in due parti e saltarli in padella a fuoco vivace con 2 cucchiai di olio evo, uno spicchio d’aglio intero, per 4-5 minuti, unire poi lo zucchero di canna e l’aceto balsamico, sfumare e spegnere.
Per la mousse di feta: sbriciolare la feta nel bicchiere aggiungere lo yogurt greco, il latte e frullare fino ad ottenere una consistenza spumosa e omogenea.
Preparare il pane: sgusciare le uova, allungare con il latte e la scorza di un limone. Passare le fette in questo composto e poi friggerlo in padella con olio evo. Friggere entrambi i lati della fetta.
Mettere le fette sul piatto di portata, dopo averle asciugate su carta assorbente,  ben calde e decorarle con i pomodorini,  una quenelle di mousse di feta, un po' di feta sbriciolata e scorze di limone a filetti.

lunedì 23 aprile 2018

Uovo in cocotte con asparagi e speck


Ed oggi è la volta dell'UOVO!
Alimento completo per eccellenza, proprio per il loro valore nutrizionale possono sostituire carne e pesce.
Sono consigliabili a colazione, come gli anglosassoni, associate ad una spremuta di frutta e una fettina di pane così da rendere questo pasto un pasto principale.
Abbiamo provato a comporre diversi piatti unici, così da poter darvi delle idee un po' alternative...
Cosa ne pensate?

Ingredienti per 1 persona

50ml di latte

1 uovo

3 asparagi

2 fette di speck sottili

1 cucchiaino di olio evo

sale


Tagliare la listarelle le fette di speck.

Lavare gli asparagi e tagliarli a tocchetti, saltarli in padella con olio per circa 5 minuti.

Aggiustare di sale.

In una cocottina o un ramekin versare il latte (la panna se non badate alle calorie), l'albume dell'uovo, salare e mescolare bene.

Aggiungere  poi gli asparagi e le listarelle di speck, infine il tuorlo.

Mettere in forno ben caldo a 180°C per 8-10 minuti, controllare la cottura il tuorlo dovrebbe rimanere morbido, ma vi assicuro che è ottimo pure se leggermente rassodato!




Altre bellissime proposte:

Carla Emilia: Meia desfeita 

Daniela: Egg cloud, l’uovo nuvola 

Maria Grazia: Omelette ricotta e rucola

Milena: Uova al tè
   
Simona: Cestini di barba di frate all’acciuga con uova di quaglia e aceto balsamico  

sabato 21 aprile 2018

Concicla alla maniera di Apicio ovvero zuppa di piselli dell'Antica Roma


Oggi il Calendario del Cibo Italiano parla della cucina dell'Antica Roma, la cucina dei nostri avi.
Nei tempi arcaici il piatto nazionale romano erano le crocchette rapprese di polenta di miglio cotta nel latte (puls fitilla), poi la vera e propria polenta, i pasti erano frugali ed essenziali.
A partire dall'età di Augusto, con la conquista dell'Oriente e gli intensi rapporti commerciali l'alimentazione romana cambiò rotta.
Il cibo prima inteso come puro sostentamento divenne in epoca imperiale ricerca del gusto, grazie anche all'uso delle spezie e dei profumi, importati dall'Oriente.
I romani consumavano solitamente in tre pasti quotidiani che agli inizi erano chiamati ientaculum, cena, vesperna e quando quest'ultima sparì, fu sostituita dal prandium.
La colazione (ientaculum) consumata prima di recarsi al lavoro era semplicissima: un bicchiere d'acqua o qualche avanzo della cena della sera prima, per il prandium, difficilmente il popolo tornava a casa, spesso si mangiava nelle tabernae, cibi semplici come uova sode, formaggio, legumi e pane.
Per tutti il pasto principale era quindi la cena, che si consumava attorno ad un tavolo seduti su panche, con pasti più o meno frugali a seconda delle disponibilità economiche e del ceto sociale.
Apicio fu il gastronomo dell'epoca, il primo che parlò di ricette di cucina. Nel III secolo d.C. si compilò una raccolta di ricette a nome di Apicio, il De re coquinaria (L'arte culinaria), in dieci libri, ma l'autore non è noto.
Da questo documento si evince l'importanza dei condimenti, del miele, degli aromi ,delle spezie, del mosto cotto, ma soprattutto del garum, una salsa a base di pesce.
Ecco una zuppa di piselli  chiamata Concicla (nome che indica le zuppe di legumi) e cucinata proprio alla maniera di Apicio.


Ingredienti per 4 persone

500g di piselli sgranati
50g di polpa di maiale tritata
150g di luganega
2 cipollotti
ligustico (1 canna piccola di sedano)
100ml di vino bianco
1 cucchiaio di garum (colatura di alici)
1 cucchiaino di pepe nero
1 cucchiaino di aneto
1 cucchiaino di origano
coriandolo
olio evo

Mettere i piselli sgranati e lavati in circa 500ml di acqua, quando arriva a bollore togliere la schiuma con un mestolo forato.
Aggiungere la luganega  a pezzetti.
Nel frattempo tritare due cipollotti e il sedano finemente.
Con la polpa di maiale tritata preparare piccole polpette poco più grandi dei piselli.
Unire polpettine sedano e cipollotti agli altri ingredienti.
Un in mortaio pestare il pepe nero, l'aneto, origano secco, allungare con colatura di alici e mescolare accuratamente dopo aver inserito anche il vino bianco.
Aggiungere le spezie e gli aromi alla concicla.
Prima di servire spolverizzare con coriandolo fresco tritato e un giro di olio evo.

Questa ricetta partecipa al Calendario del Cibo Italiano


martedì 17 aprile 2018

Pasta alle fave su crema di burrata



Inizio a pensare alla primavera quando vedo le prime viole e primule lungo i canali durante le mie passeggiate pomeridiane, sono bellissime nascoste tra gli steli d'erba non ancora del tutto verdi, hanno un fascino tutto loro.
Ma in cucina l'alimento che mi porta alla mente la primavera è la fava.
L'ho assaggiata per la prima volta una decina di anni fa, perchè mia madre non l'ha mai cucinata, sosteneva che non le piaceva e quindi era inutile prepararla, era una tipa così: decisa e autoritaria per certe cose, per altre estremamente insicura, ma sempre molto spontanea e impulsiva.
Torniamo alle fave, che io invece adoro, sia per il suo gusto sia per la consistenza, così in questo periodo mi scateno in diverse preparazioni. Il loro colore mi anticipa il verde della natura, proprio per questo a mio parere ricordano la primavera!
Ecco una pasta decisamente riuscita, che ho voluto trascrivere qui, proprio per poterla rifare e nello stesso tempo partecipare al contest di Consuelo, a cui tenevo tanto!
Un bacione e...provatela!!!


Ingredienti per 4 persone

320g di pasta paccheri (pàche Monograno Felicetti)
200g di fave sgusciate
250g di burrata
2 pomodori
olio evo
1 spicchio di aglio in camicia
peperoncino in polvere
sale e pepe

Togliere le fave dai baccelli e scottarle in acqua per circa 4-5 minuti, scolarle e spellarle.
Nel frattempo scaldare 5 cucchiai di olio evo, con lo spicchio di aglio in camicia, quando sfrigola e inizia a prendere colore toglierlo e aggiungere le fave spellate. Saltarle per  una decina di minuti aggiustando di sale e pepe.
In una pendola con acqua bollente scottare i pomodori per qualche minuto, poi scolarle spellarli e tagliarli a cubettini. Tenerli in disparte.
Mentre si cuoce la pasta in abbondante acqua salata, si taglia la burrata , in piccoli pezzi e si mette a sciogliere in un cucchiaio di olio a fuoco molto basso, fino a formare una crema.
Scolare la pasta, saltarla in padella con le fave e un paio di cucchiai di acqua di cottura.
Preparare i piatti ad uno ad uno, mettendo la crema di burrata a specchio sul fondo, poi in sequenza la pasta condita con le fave, una quenelle di crema di burrata, la dadolata di pomodoro fresco e una generosa spolverata di peperoncino in polvere

Con questa ricetta partecipo al Meat free contest ideato da Una mamma che cucina ed ospitato dal blog I biscotti della zia


lunedì 16 aprile 2018

Verza in agrodolce con miele e noci


Il miele, un alimento completo, un tesoro da non sottovalutare e tutto grazie alle api!
Oggi parliamo di questo alimento a cui sono attribuite numerose proprietà benefiche per il nostro benessere, tanto da essere giudicato un cibo addirittura terapeutico, utile a combattere, prevenire e curare molti disturbi, se non patologie vere e proprie.
Non dovrebbe mai mancare a tavola e nella dispensa!

Grazie alla sua ricchezza  dal punto di vista nutrizionale svolge un’azione tonificante e corroborante generale sull'organismo, stimola memoria e migliora la concentrazione.

Stimola il sistema immunitario , combatte l’invecchiamento cellulare ed ha un'azione antibiotica che aiuta a combattere le infezioni, soprattutto quelle delle vie aeree superiori come tosse, mal di gola e raffreddore, ricordate  il rimedio della nonna:  latte caldo, miele e cognac?

In cosmetica, si usa per combattere gli inestetismi della pelle (brufoli, acne e punti neri) e per rinforzare, lucidare e nutrire i capelli, rinforza unghie, ossa e denti grazie all'abbondanza di minerali in esso contenuti e pare non incentivi la formazione di carie.

Tutte queste proprietà devono indurre ad un suo consumo costante e regolare senza però esagerare,  è una fonte di zuccheri, che sebbene di tipo “nobile”, non devono mai superare la dose giornaliera adeguata e consumato con attenzione da chi  soffre di diabete.

Bisogna inoltre tener conto di eventuali intolleranze alimentari ed allergie che sono sempre in agguato, anche perchè se il miele non risulta trattato potrebbe contenere piccole percentuali di polline. Non di rado una persona riscontra di soffrire di un’alle
rgia o di un’intolleranza in età adulta. In tal caso il consumo di un alimento o una bevanda, miele compreso, potrebbe risultare molto dannoso.
Ma ecco la ricetta, un semplice contorno, ideale con le carni o anche come secondo piatto dopo un bel piatto di pasta!



Ingredienti per 4 persone

1 verza grande
3 cucchiai di olio evo
50ml di aceto di vino 
3 cucchiai di miele millefiori
20 noci
sale

Mondare la verza e tagliare a listarelle tutte le foglie.

Scaldare in una grande padella l'olio, aggiungere le foglie di verza, salare e mettere un coperchio.

Dopo circa 5- 10 minuti, quando le foglie risulteranno appassite, mescolare  e sfumare con aceto.

Proseguire la cottura aggiungendo un poco di acqua (circa mezzo bicchiere) per altri 10 minuti circa.

Aggiungere il miele e continuare la cottura a fuoco basso ancora per 5 minuti circa.

Servire dopo aver spolverizzato con noci tritate grossolanamente.

domenica 15 aprile 2018

Bonbon di cioccolato di Totò


Oggi il Calendario del Cibo Italiano dedica la giornata ad un grande artista italiano Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, in arte Totò.
Nasce a Napoli il 15 febbraio 1898 e muore a Roma nel 1967, il 15 aprile, stroncato da un infarto nella sua abitazione romana. Pare che le sue ultime parole siano state:" Mi sento male… portatemi a Napoli".
Questo dimostra quanto fosse affezionato alla sua città, che ha fatto conoscere al grande pubblico attraverso le sue opere.
Non tutti sanno però che era un'appassionato cultore del cibo, aveva un motto “A tavola si capisce chi sei e con chi hai a che fare” ed effettivamente se si osserva mangiare una persona si può capire diversi aspetti del suo carattere.
Grazie alle doti culinarie di sua madre imparò ad amare il cibo e la cucina e  aveva raccolto tutte le ricette di famiglia in un quaderno nero che gli era tanto caro.
Questo quaderno nero fu rielaborato da sua figlia Liliana De Curtis e oggi è un libro di ricette, intitolato “Fegato qua, Fegato là, fegato fritto e baccalà” Le ricette di Totò ovvero, quisquilie a pranzo e pinzillacchere a cena, pubblicato da Rizzoli nel 2001.
Ad ogni ricetta viene fatta precedere una citazione tratta da uno dei suoi film.

Anche questi deliziosi Bonbon vengono da lì e la citazione in questo caso é:

"Per i bambini caffèllatte alla mattina e
pipì prima di andare a letto...
Concesso? No, basta il vasetto da notte."
(Il Monaco di Monza)




Ingredienti per 25-28 pezzi
65g di mandorle
65g di nocciole
150g di zucchero a velo
1 albume grande
55g di cacao dolce
20g di burro

Tritate le mandorle e le nocciole, unire poi 1 cucchiaio di zucchero a velo, il cacao e il burro a pomata.
Montate l'albume a neve.
Con l'aiuto di un leccapentola amalgamate tutti gli ingredienti, e con le mani inumidite preparate delle palline grandi quanto una noce.
Posizionatele su carta forno e cuocete con forno ventilato e caldo (a 150°C), per 20 minuti circa.
Lasciate raffreddare 5 minuti e poi rotolarli nel rimanente zucchero a velo.
Fate raffreddare completamente prima di assaporarle con un buon caffè napoletano!


Con questa ricetta partecipo al Calendario del cibo italiano, e oggi a questo link troverete un menù tratto dal libro di Totò, correte a leggere!!!! C'è pure un meraviglioso REGALO per voi!!!

venerdì 13 aprile 2018

Finocchi in scapece


Lo scapece è un piatto tipico del Meridione,  che prevede di conservare verdure e pesci (soprattutto questi alimenti) in una soluzione di aceto aromatizzato.
Solitamente l'alimento viene prima fritto,  a volte anche impanato, e poi messo sotto aceto con aglio, erbe aromatiche e spezie varie.
Il nome "scapece" pare derivi dallo spagnolo "escabeche" usato in Sud America e in Spagna per indicare la marinatura e la conservazione di cibi in aceto.
A sua volta, l'escabeche spagnolo pare abbia preso esempio da una tecnica di marinatura araba  sikbag (si legge iskbech), che  in breve tempo ha influenzato per secoli tutto il bacino mediterraneo.
L'esigenza, naturalmente, era di conservare il pesce e le verdure estive il più a lungo possibile.

Quando ho assaggiato per la prima volta l'aceto di vino prodotto dai Conti della Mutilena, sono rimasta veramente colpita dal suo gusto e dal suo profumo nonostante non ami l'aceto, e subito ho pensato - con questo prodotto devo provarci lo scapece!-
Sono stata dall'ortolano e ho visto gli ultimi finocchi, belli, freschi e grandi, quindi perchè non   utilizzarli? Lasciamo stare le solite zucchine, i soliti pesciolini... diamoci ai finocchi!

Prima di passare alla ricetta però voglio dire due parole sul  Buonaceto di Vino del Conte, un aceto prodotto con Mosto di Uva Lambrusca crudo acetificato e zucchero. Ha un gusto classico, lungamente invecchiato in botti di rovere, profumato e fragrante  di colore rosso ambrato, è un prodotto tendenzialmente liquido e ricco di acidità fissa, dal gusto rotondo e pieno.
Va assolutamente assaggiato!




Ingredienti per 2 persone
1 finocchio
1 uovo grande
100g di farina
50g di pane grattugiato
Olio per friggere



Lavare accuratamente il finocchio, affettarlo sottilmente con un coltello grande, in modo da tagliare agevolmente fette sottili.
Passarle in farina, poi nell'uovo sbattuto (con un pizzico di sale e un cucchiaio di acqua), e infine nel pane grattugiato.
Scaldare l'olio in una grande padella, deve essere abbondante in modo che le fette di finocchio galleggino, e friggere per un paio di minuti per lato, così da rendere la crosticina leggermente ambrata.
Scolare su carta assorbente. Salare.
Posizionare in un contenitore di ceramica di servizio, uno strato di finocchi fritti, aromatizzare con foglioline di timo, e distribuire un cucchiaio di aceto, e poi continuare così a strati fino a terminare con l'aceto.
Mettere in frigo per una notte prima di consumare come contorno.


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giovedì 12 aprile 2018

Tortilla di patate salata e pure dolce



Ed anche l'MTChallenge, questa meravigliosa sfida tanto seguita, giunge al capolinea. Lo fa come solo l'MTChallenge avrebbe potuto fare, ovvero tornando alla sua prima vera sfida: la Tortilla di patata.

È stato un bellissimo viaggio culinario attraverso tante ricette della tradizione e del cuore, ognuno ha potuto esibirsi in piatti fantasiosi, talvolta raggiungendo picchi inaspettati di creatività e tavolta sì, anche sbagliando. Ma alla fine ci siamo divertiti, e questo è l'importante.

Ora si cambia, la sfida diventerà una scuola di cucina a tutti gli effetti, con un numero chiuso di partecipanti che devono assicurare una frequenza: è una questione di impegno e di correttezza, chi accetta deve esserci da settembre a maggio!

Personalmente sono molto attenta alle scadenze e agli impegni che mi prendo, e in questo caso temo proprio di non farcela. Concludo dunque così la mia partecipazione  a questo bellissimo gioco, che mi ha dato davvero tanto. Ho partecipato a tutte le sfide, ho iniziato a gennaio 2011, e nelle estati (con il gioco le e-saltate) avevo ripreso anche quelle precedenti alla data di inizio ufficiale, completando così tutto quanto il ciclo (qui la mia tortilla n. 1).

Attenzione però: non parteciperò alla nuova scuola, ma non ho alcuna intenzione di eclissarmi. Assolutamente no. Rimarrò per il Calendario, per MagFood, per Il club del 27 e per tutte le prossime iniziative che verranno... e sono sicura che ne verranno, con una mente fervida come quella della Van Pelt!

E ora veniamo alla sfida: queste, cara Mai che ci hai proposto il tema della tortilla, sono le mie proposte.

La prima è una tortilla classica che più classica non si può: non ha ingredienti aggiunti, solo una generosa macinata di pepe nero di mulinello, che dà un'ulteriore marcia in più!

La seconda, invece, è una tortilla dolce: una scomposizione della tortilla, con un'aggiunta di zucchero e una successiva caramellizzazione dei diversi componenti. Mi è piaciuta particolarmente la consistenza della frittata, forse per l'uso dell'albume montato e la presenza alcolica del rum, che ha reso il piatto più equilibrato.

Grazie Mai e grazie MTC: questa ricetta è la prova tangibile che solo se indotti dalla sfida si possono fare certi esperimenti. Piccoli passi fondamentali per crescere in cucina!




Tortilla di patate classica

Ingredienti
(per una padella di 20cm di diam.)
600 g di patate sbucciate e tagliate a cubetti
5 uova
1 cipolla dorata
olio evo
sale
pepe nero di mulinello (tanto!)

Pane
pomodoro fresco
olio evo
sale grosso


Preparare le patate e passarle velocemente sotto l'acqua corrente in modo da eliminare l'amido esterno ai cubetti, scaldare abbondante olio in una grande padella e friggerle mescolando di tanto in tanto per non farle attaccare tra loro, ma facendo attenzione a non romperle (soprattutto a fine cottura).
Dopo 5-10 minuti  aggiungere la cipolla affettata sottilmente, proseguire la cottura aggiungendo anche il sale.
Il taglio delle patate: a dadini, a julienne, "alla buona" ossia irregolari, come preferite!!
Sbattere le uova, salare e pepare (io abbondante!).
Quando le patate e la cipolla sono cotte e dorate, lasciare raffreddare un poco e poi versarle dentro il recipiente con le uova sbattute, avendo cura di non versarci l'olio.
Amalgamare e controllare di sale.
Mettere un cucchiaio d'olio in padella da 20cm, scaldare e poi versare il composto nella padella.
Cuocere a fuoco basso, muovendo la padella in modo da non farla attaccare sul fondo.
Valutare la cottura (circa 5-7 minuti) e girare la tortilla con un piatto più grande della padella o un coperchio bagnato di acqua (in modo da far scivolare poi la frittata).
Far scivolare la tortilla girata nella padella e rimboccare i bordi con un cucchiaio di legno in  modo da dare l'effetto "cuscinetto". Cuocere ancora un paio di minuti.
Servire  con pane leggermente tostato su cui è stato spalmato pomodoro fresco spellato, condito poi con un filo di olio e sale grosso.


Mi piace riportare le proporzioni patate/uova e padella, per poter ottenere una tortilla SUPER!
Dal blog di Mai:
Padella 30cm di diam : 11 o 13 uova e 2kg di patate già sbucciate
Padella 25cm di diam: 9 uova e 1,2 kg di patate già sbucciate
Padella 20cm di diam: 5 uova e 600g di patate già sbucciate

Le uova sempre dispari e interno non troppo cotto (bavoso!). Ricordatelo!!!




Tortilla dolce

1 patata
1 uovo
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di uvetta
50ml di rum
30g di burro
fragole



Mettere in ammollo l'uvetta nel rum dopo averla lavata accuratamente.
Affettare la patata, dopo averla sbucciata, con una mandolina.
Mettere in acqua le fettine per qualche minuto, poi scolare e asciugare.
Sciogliere metà del burro in una padella grande, aggiungere le fettine di patate in modo che non si sovrappongano, lasciare friggere qualche minuto, poi spolverizzare con zucchero di canna e caramellare.
Posizionare un coppapasta di 11cm sul piatto di portata, disporre le patate in modo da coprire la superficie interna, cospargere con l'uvetta rinvenuta e strizzata.
Procedere con la frittata: dividere il tuorlo dall'albume, montare a neve quest'ultimo con lo zucchero bianco. Al tuorlo unire latte e farina, amalgamare poi metà dell'albume montato, in modo che non smonti. Sciogliere in una padella il burro rimanente posizionare il solito coppapasta  e versare all'interno il composto, cuocere  a fuoco basso e con coperchio per un paio di minuti, muovendo la padella per evitare che si attacchi.
Togliere con attenzione il coppapasta e girare la frittata con l'aiuto di una paletta.
Attendere 1 minuti circa e poi posizionarlo sulle patate e uvetta.Mettere l'albume rimasto in un sac a poche con bocchetta a stella, decorare la superficie con ciuffetti. Utilizzando un cannello caramellare leggermente i ciuffi, aggiungere una fragola.
Servire tiepido.


Con queste ricette partecipo alla sfida n. 72 dell'MTC!

lunedì 9 aprile 2018

Insalata di quinoa con edamame, avocado e limone


Ed eccoci qua dopo la pausa pasquale, spero che i giorni di festa siano passati nel migliore dei modi, qui è andato tutto come al solito, pranzo di Pasqua in famiglia e poi a Pasquetta ognuno a casa sua, in modo che se si voleva organizzare la classica scampagnata eravamo liberi da ogni vincolo.
La sottoscritta non è uscita di casa, nemmeno per raggiungere il giardino... proprio relax totale con televisione e libro a farmi compagnia.
Oggi è la volta della quinoa, un alleato per la salute, ormai lo dicono tutti, anche persone autorevoli, non scriverò il solito articolo in cui cerco di sintetizzare le proprietà dell'ingrediente oggi vi mando da direttamente dal Dott. Bressanini, un chimico di cui ho una stima infinita e ho avuto pure il piacere di conoscere.
Dà sempre un'interpretazione corretta a tutti i dati scientifici disponibili e questo non è assolutamente da sottovalutare. Leggetelo, è un'articolo completo e soprattutto corretto, come dice alla fine "....la quinoa non sarà miracolosa come la vogliono dipingere, ma di sicuro merita di restare e di non essere dimenticata come mille altre nel vorticoso mondo delle mode del cibo. Forse non ridurrà il colesterolo e la pressione, ma rimane l’ottimo contenuto di proteine con amminoacidi essenziali, permettendo di raggiungere, in chi vuole ridurre il consumo di proteine animali, il quantitativo necessario di amminoacidi essenziali senza aumentare troppo il contributo dei carboidrati."

Quindi largo a ricette con questo ingrediente speciale.
Personalmente propongo un'insalata, ideale come piatto unico, ma anche come antipasto in dosi dimezzate, la ricetta è tratta  da qui , una ricetta di Yotam Ottolenghi lasciata al Corriere della Sera Cucina con qualche variazione personale.



Ingeedienti per 2 persone

120g di quinoa
150g di edamame
1 avocado
1 limone non trattato
1 arancia
3 cucchiai di olio evo
cumino
sale e pepe
prezzemolo fresco




Far bollire 350ml di acqua poco salata, aggiungere la quinoa dopo averla lavata (farà un acqua leggermente schiumosa e viscida) e cuocere a fuoco medio per 9 minuti, o quanto indicato sulla confezione. Scolare, sciacquare con acqua fredda in modo da bloccare la cottura, asciugarla in colino a maglie strette.

Grattugiare la scorza del limone con grattugia apposita e aromatizzare la quinoa, pelare poi a vivo il limone e aggiungere anche la polpa, evitando la parte bianca tendenzialmente amara.
Pelare e affettare un avocado, tagliare poi a cubetti e irrorarlo con il succo dell'arancia.
Unire poi alla quinoa, aggiungendo anche  i fagioli di soia edamame.
Condire con olio evo, cumino, sale e pepe.

Mescolare delicatamente e cospargere con qualche ciuffetto di prezzemolo fresco e decorare con qualche fettina di arancia.



Ecco altre proposte:

domenica 8 aprile 2018

Spaghetti alla puttanesca per Quanti modi di fare e rifare


Ma quanto è buono un bel piatto di spaghetti al sugo?
E' il tipico piatto di pasta all'italiana, che ci invidiano in tutti i paesi del mondo, ma noi siamo in grado di districarci tra le nostre ricette base?
Per fortuna ci corre in soccorso la nostra rubrica Quanti modi di fare e rifare, che oggi ci invita a preparare gli spaghetti alla puttanesca.
Ho partecipato con molto piacere, proprio per capire quale è la "vera ricetta"!
Mi sono attenuta a quanto riportato sul libro di riferimento “ le Ricette Regionali Italiane” edito da Solares, unica variante è stato l'origano fresco al posto del prezzemolo, e la passata di pomodoro fatta in casa al posto dei pomodori, visto che non è ancora stagione.
L'ho trovata molto saporita ed equilibrata, ideale per una spaghettata tra amici!
A breve farò una ricerca con gli altri sughi classici: arrabbiata, gricia, carbonara, amalfitana, amatriciana... così da avere le idee chiare!





Ingredienti per 4 persone

400g di spaghetti
6 cucchiai di  olio evo
20 olive verdi e nere
8 acciughe sotto sale
40g di capperi sotto sale o in aceto di vino
500g di pomodori da sugo (io 5 cucchiai di passata homemade)
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
1 cucchiaino di zucchero
uno spicchio d'aglio
un peperoncino rosso (io la crema)
sale
origano fresco






Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua leggermente salata; quando alzerà il bollore inserire gli spaghetti, senza romperli (MI RACCOMANDO!!!).
Lavare le acciughe e togliere le lische.

Scaldare in una grande padella l'olio, l'aglio e il peperoncino o la crema: far soffriggere e, quando l'aglio sarà dorato,toglierlo e aggiungere le acciughe a pezzetti così da rendere possibile il loro scioglimento.
Unire i pomodori, dopo averli pelati e tagliati a pezzetti togliendo i semi. In inverno è possibile utilizzare la passata di pomodoro.
Aggiungere le olive, i capperi ben lavati e il concentrato di pomodoro. Mescolare il sugo e aggiungere un poco di acqua, soprattutto se si usa la passata, le acciughe si scioglieranno, non è quindi consigliato l'uso del sale, mentre utile è lo zucchero per affievolire l'acidità del pomodoro.

Quando gli spaghetti saranno cotti, scolarli e saltarli in padella con il sugo.
Servire ben caldo con qualche fogliolina di origano fresco.



Questa ricetta partecipa alla rubrica Quanti modi di fare e rifare